Il leader sprona i suoi: ora basta parlare di Calenda. Il duello con Meloni: ogni voto a Conte va alla destra
Adesso basta parlare di Calenda. Dopo la batosta sul fronte alleanze Enrico Letta sprona i dem a cambiare marcia. Il segretario del Pd ha fretta di archiviare il clamoroso strappo del leader di Azione, per buttarsi nella sfida al centrodestra. Al momento i sondaggi sfornano numeri impietosi per la coalizione guidata dall’ex premier, eppure Letta si dice certo che il Pd sar il primo partito: Vogliamo vincere le elezioni e rovesciare questa campagna elettorale cominciata per colpa di Conte con la caduta del governo Draghi. Ma ora per Letta il pericolo la destra. Se Giorgia Meloni sar premier il segretario dem prevede contraccolpi molto pesanti sui fondi del Pnrr, che sono vitali per l’Italia. E se Salvini vuole rinegoziare con l’Europa i soldi del Recovery e del Next generation Ue, il leader del Pd avverte: Su questo non si scherza.
A leggere le stime dell’Istituto Cattaneo il centrosinistra sarebbe in grado di conquistare solo 23 dei 147 collegi uninominali per la Camera e solo 9 su 74 per il Senato. Ma anche se la legge elettorale premia chi si coalizza, il leader del Pd non orientato a cambiare idea sulle alleanze. Crede di aver fatto tutto il possibile per unire e non ritiene utile aprire a un accordo elettorale con il M5S. Nessun ripensamento sulla linea tracciata dopo la decisione dissennata dei 5 Stelle di far cadere Draghi — la posizione di Letta —. Ogni voto a Conte un voto a Giorgia Meloni e chi si professa progressista deve tenerne conto. Uno stop energico a quei dirigenti del Pd che ancora sperano in un’apertura ai 5 Stelle. E i binari paralleli di cui ha parlato sul Corriere il responsabile Enti locali, Francesco Boccia? Per il Nazareno, dove la strategia puntare tutto sulla polarizzazione Letta contro Meloni, non una strada da imboccare, ma semmai una attestazione del fatto che l’avversario comune la destra.
Ora che la coalizione faticosamente costruita andata in pezzi, al Nazareno l’ordine di scuderia recuperare il tempo perduto dietro ai cortocircuiti emotivi di Calenda e tirare dritto, lasciandosi alle spalle un ex alleato che, per dirla con Letta, discute con se stesso di se stesso e spesso neppure lui capisce cosa dice e vuole. Il piano B perseguito dal segretario portare il Pd a essere il primo partito d’Italia, con il sogno a occhi aperti di conquistare il 30% dei consensi: L’esito del voto non scontato. Vogliamo vincere e ribaltare il pronostico. Non si inizia un campionato mirando alla zona salvezza. Gioved Letta presenter il simbolo elettorale — il marchio del Pd con qualche ritocco — e sabato e domenica presieder la direzione nazionale.
Se Calenda e Renzi uniranno le forze, Letta annuncia che la competizione sar aspra anche con loro. I due, secondo il Nazareno, hanno una reputazione compromessa a sinistra quindi non toglieranno voti al Pd, mentre la loro retorica populista potrebbe togliere voti al centrodestra. Adesso per Letta l’urgenza convincere gli italiani che questa destra non in grado di governare il Paese e che devono mettersi in buone mani, per evitare che l’Italia finisca come Ungheria e Polonia. Il programma del Pd costruito su tre grandi assi: lavoro e giustizia sociale, diritti civili e sviluppo sostenibile. Tra le pagine c’ un impegno — annunciato da Letta in tv a Filorosso, condotto da Giorgio Zanchini — sul quale i dem spingeranno moltissimo: Portare lo stipendio degli insegnanti italiani alla media europea entro il 2027. Quanto al fisco, se la destra vuole la flat tax i dem vogliono tagliare le tasse in base al principio della progressivit fiscale.
10 agosto 2022 (modifica il 10 agosto 2022 | 10:13)
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Monica Guerzoni , 2022-08-10 08:14:08 ,