politica
Mezzogiorno, 5 luglio 2022 – 09:35
L’assessore al Bilancio lavora per «una soluzione unitaria». Via alle consultazioni con i big, per lo statuto è incompatibile
di Francesco Strippoli
Si è rimesso in movimento il cammino congressuale del Partito democratico. Dopo l’assemblea dei segretari di circolo lo scorso 18 giugno, spunta la prima candidatura. Anzi la seconda, visto che l’uscente Marco Lacarra, proprio al Corriere dichiarò in quei giorni di essere pronto a correre, a condizione di essere sponsorizzato «da coloro che mi hanno già sostenuto in passato». Ora è il turno di Raffaele Piemontese: già segretario provinciale a Foggia, assessore regionale al Bilancio e componente (con Antonio Decaro e Loredana Capone) della triade costituita per collaborare con il commissario del congresso Francesco Boccia.
La cautela di Piemontese
Piemontese si muove con cautela e a chi lo interpella risponde che si tratta «solo di una ipotesi». Dopo le prime sollecitazioni, ha avviato una serie di colloqui con i maggiorenti del partito. La sua sarebbe una candidatura differente rispetto a quella di Lacarra, giudicato eccessivamente schiacciato sulle posizioni di Emiliano. Sicché mentre Lacarra, osteggiato dalla minoranza, dovrebbe misurarsi in chiave conflittuale con un prevedibile candidato avversario, l’aspirazione di Piemontese sarebbe di guidare un «processo unitario».
Sarebbe, la sua, una candidatura per unire un Pd che prova a ritrovare compattezza dopo le lacerazioni del recente passato. Dalla sua Piemontese può esibire il fatto di aver fatto già il segretario provinciale (l’esperienza conta), di non aver mai aderito ad una corrente organizzata, di essere in sintonia con il leader nazionale e con il governatore Emiliano. E, questione non secondaria, di non essere affatto sgradito all’area della minoranza. Dalla quale arrivano ragionamenti di questo tipo: essendo Piemontese un «uomo del Pd», è la figura giusta per restituire centralità al partito. Esistono tuttavia rilievi formali che non vanno trascurati: lo statuto stabilisce l’incompatibilità del ruolo di segretario con quello di assessore regionale. Come rimediare? Per ora nessuno si pone la questione, se non quelli che preferirebbero un congresso dialettico con più candidati (dunque Lacarra contro un altro) e non la soluzione unitaria di Piemontese. Altri, sul punto, ipotizzano la corsa verso il parlamento dell’assessore nel 2023, circostanza che lo libererebbe dalla situazione di incompatibilità.
Solo ipotesi
I maggiorenti del Pd per ora tacciono. Emiliano considera il tentativo del suo assessore come un atto non ostile, viste anche le buone relazioni tra i due. Ma c’è chi ha notato un Decaro poco propenso alla soluzione Piemontese. Ad ogni modo l’assessore è uomo navigato e sa toccare le corde giuste. Il lavoro è appena cominciato. Si vedrà nei prossimi giorni se il suo tentativo è destinato ad avere successo. «Per come è messo il partito – ragiona un esponente della minoranza – e dopo le divisioni interne, il congresso bloccato e il commissariamento, sarebbe sciocco non percorrere la strada della soluzione unitaria». Dall’altra parte alzano le spalle: «Piemontese? Non ne abbiamo parlato, è ancora troppo presto». L’assessore lo sa, per questo è cauto, parla di ipotesi e non si scopre.
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5 luglio 2022 | 09:35
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