ROMA – È un Pelè a 360° quello che si confessa a “Che tempo che fa” su Rai 3. O’Rei si mostra umile, come sempre, e parla della grande rivalità con Diego Armando Maradona. “A volte ci incontravamo e, anche se non avevamo un’amicizia intima, scherzavamo sempre su chi fosse il migliore, ma per Dio siamo tutti uguali. Maradona mi diceva sempre ‘dicono che io sono migliore di te’, ma io gli dicevo ‘tu segni solo di sinistro, io per segno di testa, di destro, di sinistro, in tutte le maniere”.
Rai, Pelè ricorda Maradona: “Diceva di essere il migliore, gli rispondevo che io segnavo di destro e di testa”
“Onorato di aver valorizzato il numero 10”
E sui gol: “È difficile ricordarseli tutti, ma ho una buona memoria. Alcuni non li dimenticherò mai, come quelli delle finali ai Mondiali. È difficile dire se il Mondiale più importante della mia vita sia stato quello del ’58, quando nessuno conosceva il Brasile, oppure quello del 1970, in finale contro l’Italia quando ci fu il riscatto per il Brasile dalla dittatura”. Con Pelè il numero 10 ha acquistato un altro significato: “Sono onorato di essere stato il primo a valorizzare questo numero”.
“Odiavo il soprannome Pelè”
Pelè si è poi soffermato su alcuni episodi del passato da calciatore. “Il mio nome è Edson, ma quando ho cominciato a giocare tutti mi cominciarono a chiamare Pelè e a me non piaceva. Io volevo essere chiamato Edson perché adoravo Thomas Edison”, ha spiegato il fuoriclasse brasiliano soffermandosi poi sulla prima esperienza in un Mondiale, nel 1958. “Quando arrivai in Svezia avevo solo 17 anni e pensai: perché in questo Paese non ci sono persone del mio colore? Poi pian piano me lo spiegarono”, ha svelato con un sorriso.
“Volevo diventare come mio padre”
Poi il ricordo di suo padre: “Era un giocatore, un centravanti che faceva tanti gol di testa. Da bambino l’unica cosa che chiedevo a Dio era la possibilità di giocare come mio padre: devo ringraziarlo perché mi è stato permesso. Mio padre mi diceva che per giocare a calcio bisogna avere tanto fegato, perché è un organo fondamentale per l’essere umano, in particolare per chi beve molto – ha raccontato il fuoriclasse brasiliano con una battuta -. Uno dei consigli più importanti che ho ricevuto da lui è stato quello di non pensare di essere migliore degli altri, più importante: ‘Dio ti ha dato questa opportunità – mi ripeteva sempre – e tu devi fare del tuo meglio rispettando tutti perché è un dono di Dio’. Oggi vedere queste mie immagini del passato è una grande emozione: tutti mi ringraziano per quello che ho fatto, ma sono io che devo ringraziare Dio e tutti voi”.
Al mondo le persone dovrebbero essere come Gianni Rivera
”Ringrazio Gianni Rivera -ha inoltre aggiunto- perché tutte le volte che parla io mi commuovo e lui ha sempre detto queste cose su di me; giocava contro di me e mi ha sempre elogiato! È una cosa molto emozionante, grazie Rivera, il mondo dovrebbe essere così, tutte le persone dovrebbero essere come Rivera. Che Dio ti protegga e che protegga anche la tua famiglia”.