Dall’1 gennaio 2024, in base a quanto stabilito dalla seconda manovra targata governo Meloni, si potrà andare in pensione con 63 anni di età e 41 di contributi, ma ci saranno anche un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro più a lungo e, con tutta probabilità, penalizzazioni per chi dovesse provare ad accorciare i tempi per il pensionamento.
In poche parole, come sottolinea Il Sole 24 Ore, quota 104 soppianterà quota 103, che a sua volta era arrivata dopo quota 100 e quota 102. Così come Ape sociale e Opzione donna dovrebbero essere sostituite da un nuovo fondo per la flessibilità in uscita: l’intenzione dell’esecutivo sarebbe infatti quella di dar vita a uno strumento unico di accompagnamento alla pensione per i caregiver, i disoccupati, i lavoratori impegnati in attività gravose e disabili che abbiano superato i 63 anni di età e i 36 di versamenti, sei in più di quanti previsti ora in diversi casi. Gli anni di contributi versati dovrebbero ridursi invece a 35 per le donne, con eventuali possibili sconti in presenza di figli.
L’accesso al pensionamento anticipato “con forme – ha affermato il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti – rafforzate e restrittive rispetto al passato” risponde, tra le altre, all’esigenza di inviare messaggi rassicuranti a Bruxelles. L’esecutivo ha però al contempo palesato la volontà di tutelare il più possibile i soggetti con trattamenti bassi. In questo senso, la presidente Meloni ha sottolineato che anche nel 2024 sarà confermata la “super rivalutazione” attraverso la quale già nel 2023 gli assegni minimi degli over 75 sono stati portati a circa 600 euro mensili. Cifra che per il prossimo anno potrebbe salire di ulteriori 50 euro. Buone notizie anche per gli over 65, i cui trattamenti dovrebbero aumentare fino a circa 620 euro mensili.
Contestualmente, il governo è pronto a mettere in campo una rimodulazione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione attualmente in vigore, in virtù del quale dovrebbe essere assicurata la rivalutazione del 100% ai trattamenti fino a quattro volte il minimo (2101,52 euro) e un aumento dall’85 al 90% di quella per gli assegni tra quattro e cinque volte il minimo. Dovrebbe inoltre scendere sotto il 30% la perequazione dei trattamenti superiori a dieci volte il minimo.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-10-17 14:36:22 ,