AGI – Conferma dell’ergastolo per Lee Elder Finnegan e 24 anni per Christian Gabriel Natale Hjorth.
Sono queste le richieste del sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano, al termine della requisitoria nella corte d’Assise d’Appello, nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega ucciso con undici coltellate il 26 luglio 2019 davanti a un hotel in zona Prati, a Roma.
Entrambi gli imputati erano stati condannati in primo grado all’ergastolo.
Christian Gabriel Natale Hjorth – ha spiegato il sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano nel corso della requisitoria – “ha programmato tutto l’intervento, ma non è l’autore materiale. Per questo, chiedo la riforma della sentenza di primo grado con il riconoscimento delle attenuanti generiche”.
“La vicenda si consuma in 15/20 minuti, ma il delitto in 20 secondi. Sono 11 fendenti in 15/20 secondi con un coltello da 18 centimetri”. Ha detto il sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano.
“Natale sapeva benissimo del coltello di Elder. Lo sapeva ed era preoccupato dell’incontro (per l’estorsione ndr)”. Sono le parole del sostituto procuratore generale Saveriano.
“Natale temeva che Sergio Brugiatelli (il mediatore del pusher, ndr) potesse farsi accompagnare da qualcuno, per questo con l’amico si sono armati – aggiunge il pg -. Natale sapeva del coltello, Elder glielo aveva mostrato il giorno prima”.
E ancora: “Natale ha fatto il sopralluogo prima dell’incontro, ha organizzato tutto e ha contribuito all’azione di Elder – prosegue il magistrato -. Quando ha sentito Varriale (il collega di Cerciello, ndr) dire ‘carabinieri!’, come lui stesso ha ammesso, non ha fatto nulla per fermarsi, o fermare l’amico mentre accoltellava Cerciello. Se Natale si fosse fermato, se avesse detto all’amico di fare altrettanto, forse Cerciello sarebbe sopravvissuto. Invece non si è fermato”.
Famiglia Elder, in carte rivalutazione fatti
“L’appello è appena iniziato e confidiamo che venga accertata la verità di quello che è accaduto quella sera. E riteniamo che già nelle carte ci siano tutti gli elementi perché questo accada e una volta valutati i fatti per come sono andati ci sarà una valutazione differente e imprescindibile”. Così in una nota la famiglia di Finnegan Lee Elder, per il quale oggi il sostituto procuratore generale ha chiesto nel processo davanti alla corte d’assise d’appello la conferma della condanna all’ergastolo per la morte del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.
“Spiace che nella requisitoria del procuratore generale si sia evitato di affrontare tutte le obiezioni delle difese”, ha concluso la famiglia Elder.