Le fonti rinnovabili giocheranno un ruolo determinante nell’autosufficienza energetica del nostro Paese tanto più essenziale ora alla luce della crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Un’autosufficienza, bisogna dirlo, che finora ha subito un ritardo pluridecennale. La roadmap che, attraverso il Pnrr, il governo italiano ha tracciato è chiara: entro il 2030 è necessario installare almeno 70 GW di potenza da rinnovabili per avere una copertura da queste fonti del 72% per la parte elettrica. L’Italia, però, negli ultimi anni ha installato circa 1 GW di potenza media annua, di questo passo vedremo raggiunti gli obiettivi necessari non prima del 2100.
La burocrazia è uno dei principali problemi che attanagliano il settore green: dalla discrezionalità nelle procedure di valutazione di impatto ambientale alle diverse norme regionali che procurano anche contenziosi, passando per i blocchi delle sovrintendenze e finendo con la lentezza del processo autorizzativo. Per velocizzare l’iter il Parlamento ha approvato diverse norme contenute per esempio nel Decreto Semplificazioni bis e nel Decreto di recepimento RED II. Quest’ultimo atto, è particolarmente significativo per l’art. 20 perché entro giugno 2022 – ormai ci siamo! – il ministero della Transizione ecologica dovrà fissare la ripartizione della potenza installata fra Regioni e Province autonome ed entro dicembre 2022 le Regioni dovranno individuare le aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, e per l’art.22 che determina il peso dell’individuazione delle aree idonee laddove limita l’autorità competente in materia paesaggistica ad esprimere con parere obbligatorio non vincolante e fissa i termini delle procedure di autorizzazione ridotti di un terzo.
L’individuazione delle aree idonee passa anche dal rapporto con i territori e con gli amministratori locali. Tanto è vero che l’Osservatorio Nimby Forum, patrocinato dalla Commissione Europea, nell’ultimo rapporto pubblicato nel 2018 parla di 317 casi di impianti contestati sia da comitati Nimby (non nel mio giardino) che Nimto (non durante il mio mandato): il solo comparto energetico rappresenta il 57% (182 impianti) del totale delle contestazioni. Ecco allora la necessità di una vera e propria rivoluzione culturale che comprenda, certo, lo snellimento della burocrazia e il gioco di squadra di tutte le parti coinvolte ma anche e soprattutto la ricostruzione di un rapporto trasparente e collaborativo con i cittadini.
Parlo di ri-costruire perché purtroppo la fiducia dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda le questioni ambientali, è andata perdendosi nel corso degli anni. Troppe sono state le vicende, soprattutto nel caso dei rifiuti e del loro trattamento, che le persone hanno vissuto come dei veri e propri abusi, anche sotto l’aspetto sanitario. Basti pensare alla Terra dei Fuochi o all’Ilva, solo per citarne un paio. La sfiducia è totale. Il Paese è paralizzato da troppi anni. Senza la collaborazione dei cittadini e dei territori nessun impianto verrà mai costruito in Italia. Per questo motivo come Radicali Italiani abbiamo proposto recentemente al sindaco Gualtieri di indire un referendum consultivo sul termovalorizzatore che tanto sta infiammando gli animi della politica locale e nazionale.
E anche per questo abbiamo organizzato a Roma, nella sala Capitolare della biblioteca del Senato in piazza della Minerva 38, il convegno “Rinnovabili: la nuova sfida delle Regioni tra burocrazia e individuazione delle aree idonee” riunendo molti degli attori che operano nel settore ambientale e energetico per confrontarsi sul tema e per comprendere e ragionare sui nodi che l’Italia deve sciogliere per accelerare il processo verso l’autosufficienza energetica e per, finalmente, valorizzare le tante risorse (ambientali, industriali, partecipative e democratiche, ecc) di cui è ricca insieme a Emma Bonino (senatrice), Roberta Lombardi (assessora alla transizione ecologica e digitale della regione Lazio), Chiara Braga (capogruppo Pd della Commissione VIII Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati), Katiuscia Eroe (responsabile energia Legambiente), Agostino Re Rebaudengo (presidente Elettricità Futura), Fabrizio Iaccarino (responsabile sostenibilità e affari istituzionali ENEL), Maurizio Delfanti (amministratore delegato RSE), Alberto Pinori (presidente Anie Rinnovabili), Alessandro Bratti (ricercatore presso l’Università di Ferrara e già presidente della Commissione Ecomafie), Andrea Cristini (portavoce Alleanza per il fotovoltaico), Lorenzo Vallecchi (giornalista e analista in energie rinnovabili per qualenergia.it), Michele Usuelli (consigliere regionale Lombardia), Alessandro Capriccioli (consigliere regionale Lazio). Il convegno, che si può seguire in streaming dalle 15.30 alle 19, è moderato da Igor Boni (presidente di Radicali Italiani) .
* Massimiliano Iervolino è il segretario di Radicali Italiani
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-05-26 08:47:33 ,
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Il post dal titolo: Per le rinnovabili ci vuole una rivoluzione culturale scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-05-26 08:47:33 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue