Il co-ideatore di FdI: Io credo sia difficile per chiunque accettare di non essere più nella posizione di chi dà le carte: lo è per una persona normale, figuriamoci per Berlusconi. Giorgia? La sua dote principale è la pazienza
È più di un auspicio. È quasi una certezza, tanto più dopo l’ufficializzazione dell’incontro tra il Cavaliere e la leader di Fratelli d’Italia che si terrà oggi pomeriggio in via della Scrofa: «Né Silvio Berlusconi né Giorgia Meloni pensano davvero di interrompere il loro lavoro per il bene del Paese per questioni di carattere personale. L’Italia viene prima anche delle legittime irritazioni di Giorgia».
Guido Crosetto, vicinissimo alla leader di Fratelli d’Italia e in predicato di diventare ministro nel suo governo, non condanna e non censura. Cerca di capire le difficoltà di rapporti politici e umani ma sa che uno scatto di sicuro arriverà, perché «la pazienza è la dote principale dei leader».
Per Meloni si tratta di superare lo sgarbo del non voto di FI a La Russa e un foglietto pieno di critiche, da parte di chi sembra non riconoscerle la leadership. Non è qualcosa che lascerà il segno sul cammino del governo, nonostante le prevedibili ricuciture?
«Io credo sia difficile per chiunque accettare di non essere più nella posizione di chi dà le carte. Lo è per una persona normale, figuriamoci per chi come Berlusconi ha fatto cose straordinarie, da leader in ogni settore della propria attività. È nella natura umana».
Forse sono proprio la formazione, la strada percorsa, la provenienza di Meloni e Berlusconi a rendere difficile il rapporto?
«In questo caso credo proprio che siano diverse le esigenze. Meloni ha un’occasione straordinaria sì, ma nel momento peggiore dal punto di vista economico e sociale forse dell’intero Dopoguerra. E deve pretendere di avere una squadra fatta dei profili migliori possibili, che le permettano di impostare e attuare il programma e affrontare le emergenze».
Per questo ha detto no a Ronzulli?
«Un premier ha diritto di scegliere chi ritiene più adatto per ogni ruolo. A lei serve una squadra inattaccabile sotto ogni profilo: si è visto come già sulle presidenze delle Camere l’opposizione abbia colto la palla al balzo per alzare il tono della polemica facendola diventare diffamazione internazionale che indebolisce il Paese».
Il compito di Meloni è chiaro, dare la sua impronta all’azione dell’esecutivo. Ma Berlusconi che apporto potrebbe dare oggi? Quale dovrebbe e potrebbe essere il suo ruolo, visto che quello del leader è occupato?
«Lui più di altri ha la sensibilità di capire le esigenze delle imprese italiane, lui conosce come nessuno i bisogni e i problemi del mondo produttivo, deve essere portatore della visione di questa parte della società italiana. C’è bisogno della sua visione e della sua esperienza. E non solo».
«Proprio nella formazione del governo: se Berlusconi portasse persone della qualità di quelle che ha portato nelle sue aziende, saremmo a posto. Ci dia un Confalonieri, un Doris, una Marina Berlusconi, un Gianni Letta… Ci tiri fuori i talenti, i Gullit, i van Basten, i Baresi! Si aspetta il suo apporto anche su questo».
E dall’opposizione invece che vi aspettate?
«La consapevolezza delle difficoltà del momento, che richiede la responsabilità di tutti. Se il centrodestra prenderà decisioni condivisibili per il Paese, ci si deve attendere un atteggiamento maturo, perché il momento è troppo difficile per la guerriglia».
Ma non si potevano fare gesti di apertura alle opposizioni, anziché scegliere per la Camere e il Senato presidenti molto caratterizzati nel profilo?
«Siamo tutti caratterizzati, ognuno ha la propria storia politica alle spalle. Ma nel momento in cui da politici di parte si diventa istituzione, si rappresenta quella istituzione e si limita anche la visione personale delle cose. Su quel compito si va giudicati, non su altro».
Insomma, se FI si dividesse, esclude un allargamento della maggioranza ad altre forze, come il Terzo polo?
«Con Meloni presidente sì. Con lei, questo governo nasce come governo di centrodestra, composto dalle forze che hanno vinto le elezioni. Ma non vedo alternative a un governo di centrodestra. Non c’è spazio, e non ce ne sarà alcun bisogno».
E lei farà parte di questo governo?
«Non ho mai parlato della mia posizione e mai ho chiesto di far parte del governo. Sono felice di fare quello che faccio. Se verrò chiamato perché si pensa che possa essere in qualche modo utile, servendo l’Italia in qualche ruolo, a quel punto mi porrò il problema».
16 ottobre 2022 (modifica il 16 ottobre 2022 | 22:34)
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Paola Di Caro , 2022-10-16 20:34:56 ,