Potrebbe far invidia a chiunque: il sonno dei pinguini è di circa 11 ore ogni giorno. Ma non tutte in una sola volta. Ad essere davvero bizzarro è il fatto che questi uccelli, e in particolare i pigoscelidi antartici (Pygoscelis antarcticus), nell’arco di una giornata fanno una miriade di microsonnellini da pochissimi secondi ognuno. A scoprirlo è stato un team di ricerca internazionale, coordinato dal Neuroscience Research Center di Lione, che ha osservato il particolarissimo modo di dormire di questa specie di pinguino che vive in Antartide. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.
I microsonni dei pinguini
Per studiare i cicli sonno-veglia di questi uccelli, i ricercatori si sono serviti di sensori non invasivi per registrare i movimenti muscolari, dell’elettroncefalogramma per tracciare l’attività elettrica del cervello, nonché di video continui e osservazioni dirette per osservare i comportamenti degli animali legati al sonno, come chiudere gli occhi e abbassare la testa. Dalle analisi dei dati, provenienti da 14 esemplari intenti a covare le proprie uova sull’isola di re Giorgio, è emerso che questa specie dorme in media quasi metà della giornata, facendo circa 10mila sonnellini brevissimi, in media di 4 secondi ognuno, in ciò che gli esperti chiamano “microsonni”.
Il tipo di sonno
Dalle analisi, il team ha notato che durante questi pisolini, i pinguini raggiungevano il cosiddetto sonno a onde lente, fondamentale per un riposo ristoratore anche negli esseri umani. “Questa è la terza fase del sonno, il sonno più profondo che puoi raggiungere”, spiega a Science Richard Jones, neuroscienziato del New Zealand Brain Research Institute che non è stato coinvolto nello studio. “Ma quando gli esseri umani hanno un microsonno, non arrivano mai a questa fase, dove si ottengono la maggior parte dei benefici”.
I benefici dei microsonnellini
Sebbene possano essere semplicemente tentativi falliti di dormire più profondamente, i ricercatori ipotizzano che per i pinguini i frequenti pisolini siano un modo per riposarsi rimanendo comunque vigili. Consentono infatti ai pinguini di dormire abbastanza per riposarsi e difendere le uova dai predatori, mentre il partner va alla ricerca di cibo per giorni e giorni. “È davvero sorprendente che riescano a sostenere questi microsonni tutto il tempo”, ha spiegato Paul-Antoine Libourel, neuroscienziato e coautore dello studio.
I misteri del sonno
Tutt’oggi il sonno rimane un mistero e ancora più misterioso è come e perché dormono gli altri animali. Per quanto ne sappiamo, tutti abbiamo bisogno di dormire, ma c’è una enorme diversità nei modi di dormire tra i diversi animali, che va dal letargo di mesi, come quello degli orsi, ai brevi sonnellini che fanno riposare solo metà del cervello, come i polpi. Sapere di più su come dormono i diversi animali, quindi, “è fondamentale per comprendere meglio a cosa serve il sonno”, commenta a Science Chiara Cirelli, neuroscienziata dell’Università del Wisconsin-Madison, che non è stata coinvolta nella ricerca. Non solo: riuscire a studiare il sonno in natura è particolarmente importante, perché molte delle ricerche vengono condotte “in condizioni controllate e sicure, e potrebbero quindi essere fuorvianti”.
In linea generale, quest’ultimo studio fa luce su come diversi animali adattano il loro sonno per far fronte a circostanze stressanti, evidenziando la fondamentale flessibilità del sonno, almeno in termini evolutivi. “Esiste una competizione tra i benefici fisiologici del sonno e la necessità di essere svegli e vigili”, ha concluso Libourel. Questa competizione può svolgersi in modo molto diverso tra le specie, sottolineando che non esiste una notte di sonno universalmente “buona”.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-12-10 05:50:00 ,