Dal prossimo anno scolastico sarà prevista la figura del docente tutor anche nelle scuole medie. Lo riporta Il Sole 24 Ore, sottolineando che ad annunciare la novità su una delle figure chiave introdotte nel quadro della riforma dell’orientamento prevista dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è stato il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Nelle intenzioni del governo, lo scopo della misura è quello di facilitare una scelta consapevole del percorso scolastico e formativo da parte degli studenti, che saranno assistiti già nella preadolescenza, con particolare attenzione all’ultimo anno di quelle che oggi si chiamano scuole secondarie di primo grado. “Aver istituito il docente tutor e il docente orientatore – ha fatto notare Valditara – è stato un passo avanti molto importante” e ha l’obiettivo di garantire che tutti i giovani possano sviluppare le loro abilità e potenzialità, senza lasciare nessuno indietro.
Il progetto
In generale, il progetto di orientamento avviato nelle scuole italiane punta a personalizzare la didattica, aiutando studenti e famiglie a intraprendere un percorso educativo consapevole e limitando così il fenomeno dell’abbandono scolastico. Negli ultimi anni, i dati indicano un iniziale calo delle percentuali di abbandono. Allo stesso tempo, però, resta fondamentale ridurre il divario tra le competenze dei diplomati e le richieste del mercato del lavoro, che al momento si attesta intorno al 50%.
La riforma dell’orientamento, in attuazione dal 2022, prevede l’implementazione di 30 ore di orientamento nelle scuole secondarie. Tali ore assumono carattere curricolare per il triennio conclusivo delle scuole superiori e extracurriculare per il biennio iniziale degli istituti tecnici, professionali e dei licei, nonché per l’intero ciclo delle scuole medie.
Le figure del tutor e dell’orientatore
Le figure del tutor e dell’orientatore, operative nelle scuole a partire dallo scorso anno, rappresentano il fulcro della riforma. Dall’inizio del progetto, circa 40mila docenti sono stati coinvolti in oltre 70mila classi, con l’obiettivo di migliorare l’orientamento degli studenti verso sbocchi educativi e professionali adatti. Questi insegnanti collaborano con il corpo docente delle singole classi e dei singoli istituti, supportando studenti e famiglie nelle scelte formative.
L’iniziativa ha ricevuto un finanziamento di 150 milioni di euro, destinato a rimborsare i tutor e gli orientatori con un compenso aggiuntivo, che si unisce a un punteggio di servizio specifico extra. Con il contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) del comparto Istruzione e caccia, firmato il 18 gennaio 2024, tali figure sono diventate una componente strutturale del sistema educativo. La gestione delle risorse è affidata alla contrattazione integrativa nazionale, che stabilisce i criteri di utilizzo delle risorse.
Il ruolo delle scuole
Le scuole mantengono comunque un certo margine di autonomia organizzativa per l’implementazione dell’intervento: un tutor può assistere da un minimo di 30 a un massimo di 50 studenti. A livello retributivo, l’importo per gli orientatori varia da 1500 a 2000 euro, mentre i tutor possono incassare tra i 2.850 e i 4.750 euro, a seconda del numero di studenti seguiti.
Per garantire trasparenza e documentazione, le scuole monitorano le attività svolte da tali figure e collegano una parte della loro retribuzione ai compiti effettivamente portati a termine. I docenti tutor e orientatori vengono scelti a livello scolastico dopo aver completato una formazione specifica di 20 ore, che per l’anno scolastico 2023-2024 è considerata propedeutica all’incarico. Tra i compiti principali dei tutor figura la gestione dell’e-portfolio degli studenti, un certificato che raccoglie tutte le principali esperienze scolastiche e formative, fornendo una base per avvicinare il percorso scolastico a quello lavorativo.
L’introduzione delle figure del tutor e dell’orientatore mira a creare una scuola più inclusiva e orientata al futuro. Per il Mim rappresenta di fatto un ulteriore passo verso la modernizzazione del sistema educativo italiano, con un orientamento sempre più volto a integrare educazione e lavoro, riducendo le barriere tra mondo scolastico e occupazionale e offrendo agli studenti strumenti concreti per prepararsi all’ingresso nel mondo del lavoro.