Perché si parla del disegno di legge sulla giustizia

Perché si parla del disegno di legge sulla giustizia

Perché si parla del disegno di legge sulla giustizia

Author: (Roberto Monaldo/LaPresse)
Data : 2023-06-15 07:37:53
Dominio: www.ilpost.it
Leggi la notizia su: Politica – Il Post
LEGGI TUTTO


Giovedì sera il Consiglio dei ministri voterà l’approvazione di un disegno di legge elaborato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che propone alcune modifiche al codice penale e al codice di procedura penale: essendo un disegno di legge, il testo dovrà poi passare al parlamento ed essere approvato articolo per articolo da ognuna delle due camere. Con ogni probabilità, quindi, subirà alcune modifiche prima dell’approvazione definitiva, che in ogni caso potrebbe arrivare tra mesi.

La bozza del testo che Nordio presenterà al Consiglio dei ministri ha già iniziato a circolare tra politici, giornalisti e addetti ai lavori del settore della giustizia, suscitando molte critiche soprattutto da parte dei maggiori partiti di opposizione e della magistratura, il cui lavoro potrebbe in parte cambiare se la legge dovesse entrare in vigore.

Tra le norme contenute nel testo su cui si è discusso maggiormente c’è l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, cioè quello di chi commette atti illeciti nell’esercizio delle proprie funzioni di pubblico ufficiale, e che riguarda funzionari pubblici ma spesso anche sindaci e amministratori locali: negli ultimi anni proprio sindaci e amministratori si sono lamentati più volte di questo reato, perché li spingerebbe spesso a evitare di assumersi responsabilità decisionali anche su provvedimenti banali per paura di incorrere in procedimenti penali. Secondo Nordio l’abolizione sarebbe in parte giustificata dal fatto che, a fronte di molti processi avviati per abuso d’ufficio, i casi in cui si arriva a condanna sono molto limitati.

Parlando con Repubblica, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (ANM) Giuseppe Santalucia ha definito «ingiustificabile» la scelta di cancellare l’abuso d’ufficio, spiegando come secondo lui proprio il basso numero di condanne significa che l’area di applicazione del reato «era già ristretta». Secondo Santalucia il reato di abuso d’ufficio è utile perché induce a indagare maggiormente e scoprire casi di reati più gravi, come quelli di corruzione. Secondo la responsabile della Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, «a tutti appare chiaro» che questa abolizione «viola gli obblighi internazionali sulla corruzione».

La riforma di Nordio vuole limitare fortemente anche il reato di “traffico di influenze illecite”,  che fu molto criticato fin da quando fu introdotto nel 2012 con la cosiddetta “legge Severino” e poi ancora quando venne modificato in senso estensivo dalla cosiddetta “legge Spazzacorrotti”, promossa nel 2019 soprattutto dal Movimento 5 Stelle. È piuttosto complicato sia da capire che da dimostrare, e la nuova riforma vorrebbe modificarlo per sanzionare solo le condotte più gravi, alzando però il minimo della pena prevista da un anno a un anno e mezzo. Il deputato del Movimento 5 Stelle ed ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ha detto a Repubblica che abolirlo «significa dare un duro colpo al contrasto alla corruzione e violare importanti accordi internazionali».

Un’altra parte molto discussa della riforma è quella che intende introdurre limitazioni alla divulgazione delle intercettazioni: se ne parla molto sui giornali anche perché li riguarda direttamente, dal momento che sono il mezzo attraverso il quale avviene solitamente la pubblicazione di intercettazioni. La riforma di Nordio consentirebbe la pubblicazione di intercettazioni solo quando sono citate negli atti dei giudici, per esempio nelle motivazioni di un provvedimento, o quando vengono usate nel corso di un dibattimento. In questo modo si vorrebbe evitare che vengano pubblicate informazioni che riguardano persone non coinvolte nel processo o che non siano in generale penalmente rilevanti. Anche questa norma è stata molto criticata, oltre che dalle opposizioni e dall’ANM, anche dalla Federazione nazionale stampa italiana, il principale sindacato dei giornalisti.

Nella bozza del disegno di legge ci sono poi una serie di modifiche al codice di procedura penale, che riguardano soprattutto la fase delle indagini preliminari: verrebbe introdotto l’obbligo di un contraddittorio preventivo per la persona per cui il pubblico ministero ha chiesto una misura cautelare, comunicandoglielo cinque giorni prima, se non è necessario che la misura cautelare venga adottata a sorpresa (cioè nei casi in cui si ritiene ragionevole che la persona in questione non fugga o che non possa inquinare le prove). Il pubblico ministero dovrebbe inoltre depositare tutti gli atti insieme alla richiesta di misura cautelare in modo che l’indagato possa vederli da subito.

Sulla richiesta di misura cautelare, inoltre, in base alla riforma non sarebbe più il solo giudice per le indagini preliminari (gip) a decidere, ma un collegio di tre giudici: questa misura è stata criticata perché richiederebbe l’assunzione di alcune centinaia di magistrati, e infatti nella riforma è previsto che entri in vigore tra due anni per avere il tempo di farlo.

L’ultima grossa modifica al codice di procedura penale riguarderebbe invece il divieto per il pubblico ministero di fare appello contro le sentenze di assoluzione decise dal giudice, ma solo in alcuni casi di minore gravità: è una norma di cui si discusse a lungo già in passato, perché si provò a introdurla nel 2006 con la cosiddetta “legge Pecorella”, ma fu giudicata incostituzionale dalla Corte costituzionale. La legge Pecorella però prevedeva il divieto di appello per il pubblico ministero in tutti i casi, e non solo in quelli di minore gravità. In questa fase comunque non è ancora chiaro cosa si intenda con “minore gravità”.

Non tutte le opposizioni sono contrarie alla riforma: il testo redatto da Nordio è stato accolto con una certa benevolenza dai parlamentari di Azione e Italia Viva, che ne hanno lodato la tendenza “garantista”, cioè rispettosa delle garanzie di imputati e indagati.

Leggi la notizia su: Politica – Il Post

LEGGI TUTTO

(Roberto Monaldo/LaPresse) , 2023-06-15 07:37:53 ,
Il post dal titolo: Perché si parla del disegno di legge sulla giustizia scitto da (Roberto Monaldo/LaPresse) il 2023-06-15 07:37:53 , è apparso sul quotidiano online Politica – Il Post dove ogni giorno puoi trovare le ultime notizie dell’area geografica relativa a Politica

Previous Altra evasione sventata dal carcere minorile di Nisida – Cam…

Leave Your Comment