Perché Vittorio Gassman ci ha lasciato una grande eredità culturale

Perché Vittorio Gassman ci ha lasciato una grande eredità culturale

Abbiamo già parlato di Vittorio Gassman in qualità di attore poliedrico, ma non abbiamo approfondito l’eredità artistica che ci ha lasciato quando è venuto a mancare, ormai 23 anni fa.

Quando viene nominato dalla critica o dal pubblico, si sottolinea la sua immensa abilità attoriale e la sua versatilità, ma poche persone sono a conoscenza della sua profonda dedizione, quasi totalizzante, al mondo della recitazione.

Il suo repertorio artistico ci rivela il suo modo di concepire la performance recitativa: per lui fare teatro, come anche cinema, voleva dire innanzitutto investire tanta energia nell’interpretazione, ciò richiedeva uno sforzo fisico ed una fatica impressionanti, necessari per mantenere l’attenzione del pubblico.

Come dimenticare poi il suo modo di decantare le poesie, attraverso cui artisti come Gigi Proietti hanno avuto modo di scoprire il mondo dell’interpretazione. A tal proposito consigliamo di ascoltare Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Pavese, una pregiata sinfonia versi!

Uno dei suoi più grandi meriti è stato quello di avvicinarsi al grande pubblico, mettendo a disposizione di tutti e tutte le sue doti interpretative. Ha assottigliato le distanze tra il teatro e il cinema o la tv, servendosi della sua preparazione artistica, di formazione più classica, per interpretare i personaggi delle commedie all’italiana e dei programmi televisivi. Alternarsi tra le rinomate pièce teatrali, come Otello o Adelchi, e le commedie cinematografiche degli anni ’60 è stata una dimostrazione di umiltà. Vittorio è riuscito a maneggiare con raffinatezza tanto il tono drammatico e intenso, quanto quello ironico e leggero.

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La ricerca dell’eccellenza espressiva e l’importanza delle parole

L’ossessione di Vittorio per la dizione e la fonetica delle parole, così come la sua costante ricerca nel connotare di un’intensa espressività i testi, erano evidenti tratti distintivi della sua personalità professionale.

Era un vero perfezionista che detestava qualsiasi forma di inflessione dialettale nella recitazione, nonostante fosse in grado di interpretare perfettamente la maggior parte dei dialetti italiani quando richiesto. Questo atteggiamento era al limite del maniacale, ma era ciò che contribuiva alla sua straordinaria versatilità.

Vittorio era un attore magnetico, capace di attirare l’attenzione del pubblico con la sua presenza carismatica sul palco e sullo schermo. Ha, inoltre, sempre mantenuto un amore incondizionato per il palcoscenico, dove continuava a recitare anche durante le riprese cinematografiche.

In un’intervista arriverà a dire di aver rovinato uno dei suoi matrimoni a causa del suo dedicarsi in modo esasperato alla lettura dei copioni.

Leggendo Memorie del sottoscala, uno dei suoi libri più riusciti, possiamo scoprire alcune delle sue più intime fragilità. Questo volume si distingue soprattutto per la chiara manifestazione della proprietà linguistica di Vittorio: la sua abilità nel giocare con i termini e nelle sottili sfumature delle figure retoriche, incarnando uno stile barocco e brioso, intenzionalmente contorto. Un continuo anacoluto, un tema sospeso che non rispetta la coesione tra le varie parti dell’opera.

Perché Vittorio Gassman ci ha lasciato una grande eredità culturale

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Gassman legge Dante

Grazie allo studio approfondito dei testi letterari, all’interpretazione dei personaggi in essi presenti, e alla traduzione di diversi autori, Gassman fu sempre più affascinato dal potere evocativo della parola.

Un esempio che fa meglio comprendere l’eccellenza della sua eloquenza lo so può ritrovare nella lettura della Divina Commedia, di cui Vittorio è stato uno dei più grandi dicitori.

Dante fu ricorrente nella sua vita, ci si avvicinò fin da piccolo, quando la madre lo sottoponeva a gare di memoria dell’opera dantesca, di cui entrambi recitavano interi canti senza nessuna base didattica. Dante fu per lui anche ricordo dell’adolescenza, momento in cui lo studio della Divina Commedia si trasformò in amore, grazie agli insegnamenti di un professore del liceo. Quest’ultimo fu capace di trasmettere il calore e il significato di cui l’opera era dotata, attraverso delle lezioni basate soprattutto sulla lettura. Dante fu inoltre soggetto delle sue lezioni di dizione poetica, così come di numerosi recital di cui Gassman fu protagonista.

Perché Vittorio Gassman ci ha lasciato una grande eredità culturale

Per concludere, l’immersione nell’universo dantesco coinvolse la sua esistenza in toto. Il grande impegno nella dizione poetica della Divina Commedia toccò anche i diversi timbri vocali usati da Vittorio: il precisissimo dicitore misurava la voce a seconda delle ambientazioni, dei personaggi e dei sentimenti evocati.

Gassman ci ha lasciato una grande eredità culturale, fruibile attraverso le sue opere teatrali, i suoi film e le registrazioni in cui recita le poesie o dà voce a grandi opere letterarie.

Grazie Vittorio!

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di Veronica Cirigliano
www.2duerighe.com
2023-11-22 11:35:09 ,

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