Circolano su Facebook (qui e qui) le affermazioni del chirurgo generale della Florida secondo il quale i immunizzazioni a mRNA altererebbero il nostro DNA. Come già spiegato dalla collega Carina Cheng per AFP, si tratta dell’ennesima bufala No vax sui immunizzazioni Covid.
Per chi ha fretta:
- Secondo le affermazioni di Joseph Ladapo i immunizzazioni Covid sono contaminati da DNA del virus di scimmia SV40.
- Secondo il medico tali presunte contaminazioni dovrebbero modificare il nostro DNA.
- Le fonti riguardanti la presenza di DNA estraneo nei immunizzazioni Covid sono limitate e condotte con metodi discutibili.
- Chi ha lanciato l’allarme ha poi parlato di contaminazioni teoriche.
- Anche ammettendo la presenza di questo DNA estraneo, non esistono evidenze che possa rappresentare un pericolo nei vaccinati.
Analisi
Le condivisioni riguardo i immunizzazioni Covid a mRNA possono presentare lo screen di un post del sito complottista Zero Hedge dal titolo «I contaminanti del DNA nei immunizzazioni COVID sono “oltre il limite”: il chirurgo generale della Florida»:
Oppure viene condivisa una clip basata, sulla stessa narrazione, con la seguente didascalia:
Dr. Joseph Ladapo, Direttore Sanitario della Florida: “È probabile che i immunizzazioni a mRNA stiano modificando il DNA e cambiando l’umanità per sempre!”
Contaminanti nei immunizzazioni Covid?
Di immunizzazioni Covid che altererebbero il nostro DNA abbiamo già trattato in diversi articoli (per es. qui, qui e qui). Come accennato conosciamo anche l’attività di Zero Hedge nella diffusione delle teorie del complotto (trovate in particolare alcune nostre analisi in merito alle teorie cospirative riguardanti la Covid-19 qui, qui e qui). Il dottor Ladapo si riferisce in particolare ai presunti contaminanti al loro interno.
La narrazione in oggetto fa riferimento alle affermazioni pronunciate da Ladapo durante una intervista rilasciata al controverso conduttore americano Tucker Carlson. La clip risulta online nel suo network dal 15 gennaio 2024. Ladapo fa queste affermazioni dopo aver pubblicato una lettera alla FDA, dove chiedeva chiarimenti riguardo alla presenza del DNA di virus delle scimmie SV40, che a suo dire avrebbero rappresentato «rischio unico e maggiore di integrazione del DNA nelle cellule ospiti». Del medesimo “contaminante” aveva parlato durante una audizione il dottor Robert Malone, altro personaggio vicino agli ambienti No vax. Si basava a sua volta sul preprint di Kevin McKernan riguardante la presenza di DNA estraneo nei immunizzazioni a mRNA. Avevamo già trattato il caso in un precedente articolo, in quanto il biologo molecolare Phillip Buckhaults aveva ripetuto le sue analisi, riferendo i risultati alla commissione per gli affari medici del Senato della Carolina del Sud.
DNA estraneo: sarebbe pericoloso?
Come spiegavamo nella nostra analisi e per stessa ammissione di Buckhaults e McKernan, di tratta dello stampo utilizzato nella produzione dei frammenti di RNA codificanti la proteina Spike, ovvero dei immunizzazioni Covid. Per accelerare la produzione si usano anelli di DNA chiamati plasmidi, prodotti utilizzando alcuni batteri. Come spiegavamo nel nostro articolo sul processo di produzione dei immunizzazioni a mRNA, si tratta di Escherichia coli:
Questi verranno lasciati moltiplicare per diversi giorni in colture ricche di sostanze nutrienti – spiegavamo nell’articolo -. In questo modo sarà possibile estrarre numerose copie della sequenza di DNA. […] Dopo un passaggio in cui viene verificato che le copie di codice genetico sono corrette si deve ottenere il corrispondente mRNA. […] La produzione prevede che i frammenti di DNA entrino in contatto coi nucleoditi che costituiranno la nuova sequenza di mRNA. Enzimi noti come RNA polimerasi che possono leggere la sequenza stampo di DNA per trascriverla, assemblando i nucleotidi; tutto questo deve essere fatto seguendo metodi che preservino il prodotto finale dalla degradazione. Questi passaggi avvengono materialmente in appositi bioreattori, come quelli della BioNTech in Germania […] I batteri vengono distrutti per ottenere il frammento di mRNA desiderato.
Le preoccupazioni di McKernan riguardo alla presenza di DNA proveniente da un virus delle scimmie chiamato SV40 vennero riportate dal biologo in risposta ad alcune richieste di chiarimento da parte della collega Kate Yandell nel suo articolo per FactCheck.org, riguardo due controversi preprint in merito (qui e qui). In quale studio risulterebbe che le sequenze identificate sarebbero note per causare il cancro? Se lo chiese anche il biologo molecolare Barry Milavetz, intervistato anch’egli dalla collega:
È molto improbabile che eventuali residui di DNA si integrino nel genoma di una persona e, se ciò accadesse, ci sarebbero ancora meno probabilità di provocare il cancro – ha spiegato l’esperto, che studia il virus SV40 all’Università del North Dakota.
I limiti degli “studi” sul DNA estraneo nei immunizzazioni Covid
Lo stesso Buckhaults dovette chiarire – vista l’attenzione mondiale che raggiunsero le sue gravi affermazioni -, che la possibilità eventuale della presenza di DNA stampo nei immunizzazioni causi tumori è del tutto teorica. Avevamo chiesto un parere in merito a Francesco Cacciante, ricercatore esperto in biologia molecolare e neuroscienze con PhD alla Normale di Pisa e divulgatore, il quale aveva spiegato a Open i limiti del preprint di McKernan. Riportiamo giusto un passaggio:
Quello che fanno è misurare il rapporto fra DNA e RNA presente nel vaccino – spiegava Cacciante -, il metodo di produzione dei immunizzazioni prevede la purificazione del DNA dal prodotto finale, quindi ci si aspetterebbe che questo rapporto sia molto basso il che indicherebbe che sia presente pochissimo DNA e moltissimo RNA. […] Leggendo bene il preprint si arriva al punto dove dicono che le fiale analizzate sono state recapitate per posta, non si da chi, sono arrivate in pacchi senza ghiaccio, non hanno rispettato il ciclo del freddo richiesto per conservare campioni di questo tipo, e una parte delle fiale analizzate erano scadute da un bel po’ al momento dell’analisi. Questo è dichiarato da loro stessi.
Conclusioni
Abbiamo visto che Ladapo non aggiunge niente di rilevante alla discussione attorno alla presunta pericolosità del DNA di SV40 nei immunizzazioni Covid. Come abbiamo visto la narrazione risulta priva di fondamento.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
Leggi anche:
Source link
Scritto da Juanne Pili perwww.open.online il 2024-02-29 15:00:40 ,