Missione compiuta! Il rover della Nasa Perseverance ha svolto il suo lavoro, portando a termine ciò per cui era stato progettato: esplorare il cratere Jezero su Marte e prelevare campioni di materiale alla ricerca di forme di vita passate. Ad annunciarlo proprio nel millesimo giorno marziano, o sol (pari a 24 ore e 37 minuti del giorno terrestre) della missione è stato il team della Nasa, durante la conferenza dell’American Geophysical Union a San Francisco, secondo cui, appunto, Perseverance ha raggiunto uno dei suoi obiettivi primari, sebbene ci siano ancora molte altre sfide da affrontare. “È un risultato davvero incredibile e abbiamo fatto una quantità incredibile di scienza”, ha affermato Lori Glaze della Nasa. “Ciò non significa che Perseverance stia per spegnere i motori”.
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La missione di Perseverance
Partito a luglio 2020 insieme al suo piccolo elicottero Ingenuity, Perseverance è atterrato su Marte il 18 febbraio 2021. Da quel momento, ha cominciato il suo lavoro: raccogliere campioni di rocce e regolite esplorando l’antico delta del fiume che conserva le prove di un lago che riempiva miliardi di anni fa il cratere Jezero, largo 45 chilometri e ritenuto dagli esperti un ottimo posto per cercare potenziali tracce di molecole organiche e vita microbica. Dopo un primo tentativo fallito, Perseverance è riuscito a settembre 2021 a prelevare un campione di roccia grazie alla sofisticata trivella e al braccio robotico snodabile di 2 metri che, come da previsioni, hanno permesso di raccogliere un frammento di materiale, che è stato poi inserito in un tubo metallico e custodito, in attesa di essere riportato sulla Terra.
L’antico lago
Da qui, una serie di successi: ha prelevato molti altri campioni di roccia (23 in totale) e confermato la presenza di un antico lago. “Un lago è un ambiente potenzialmente abitabile, e le rocce del delta sono un ottimo ambiente per seppellire segni di vita antica come fossili nella documentazione geologica”, ha spiegato Ken Farley, del California Institute of Technology di Pasadena. “Dopo un’esplorazione approfondita, abbiamo ricostruito la storia geologica del cratere, tracciandone la fase lacustre e fluviale dall’inizio alla fine”. Perseverance ha anche trovato tracce di molecole organiche, tra cui anche silice a grana fine (materiale noto per preservare i fossili sulla Terra) e fosfato (associato alla vita come la conosciamo). Sebbene siano state avanzate diverse ipotesi sulla loro origine, tuttavia, bisognerà aspettare il 2030 per esami più approfonditi: una delle sfide da affrontare ora è proprio quella di come riportare sulla Terra i campioni prelevati da Perseverance in modo che possano essere studiati in laboratorio.
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di Marta Musso www.wired.it 2023-12-14 10:43:26 ,