Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Royal Society Open Science, esiste una specie di pesce che può arrivare ad accoppiarsi in media con 19 femmine al giorno, se messa nelle condizioni ottimali in termini per esempio di nutrimento. Si tratta del pesce Medaka (Oryzias latipes), una specie che vive nelle zone paludose e nelle risaie del Giappone meridionale. Secondo quanto emerge dallo studio, questo pesce continuerebbe, almeno in condizioni di laboratorio, ad accoppiarsi anche quando lo sperma rilasciato è solo lo 0,5% rispetto a quello iniziale. Un fatto curioso dal punto di vista evolutivo, visto che questo riduce la possibilità che le uova deposte dalla femmina vengano effettivamente fecondate.
Come si accoppiano i pesci
I pesci possono riprodursi in diversi modi, ma nella maggior parte delle specie la fecondazione avviene all’esterno del corpo dei genitori. Ossia, la femmina depone diverse uova che vengono poi fecondate dallo sperma che il maschio rilascia in acqua. È il caso del pesce Medaka, la cui femmina è in grado di deporre le uova una sola volta al giorno.
In alcune specie, il rilascio di sperma da parte del maschio e di uova da parte della femmina avviene a seguito di un periodo di corteggiamento che culmina nel cosiddetto “abbraccio nuziale”, durante il quale il maschio si avvolge attorno al corpo della femmina.
Lo studio
Come anticipato, la esame pubblicata su Royal Society Open Science ha messo in luce che i maschi di pesce Medaka possono arrivare ad accoppiarsi in media con 19 femmine al giorno (da un minimo di quattro a un massimo di 27). Secondo i risultati dello studio, inoltre, i maschi tenderebbero a rilasciare circa il 50% dello sperma nel corso dei primi tre accoppiamenti e solo lo 0.5-6.3% durante l’ultimo accoppiamento della giornata. Come ci si potrebbe aspettare, il rate di fertilizzazione delle uova deposte dalle femmine è infatti risultato essere pari quasi al 100% nei primi accoppiamenti e tenderebbe a calare in modo significativo negli accoppiamenti successivi. Ciononostante, spiegano gli autori nell’articolo, le femmine non sembrano mettere in atto alcuna strategia per limitare la percentuale di uova che non vengono fecondate. Ossia, a differenza di quanto osservato in altri studi, non sembrano fuggire i maschi che si sono già accoppiati con altre femmine (e che quindi avranno una minore probabilità di fecondare le loro uova) e non tendono nemmeno a deporre un numero dipendente di uova per fuggire che troppe vadano “sprecate”.
Le prospettive future
Naturalmente, sottolineano gli autori dello studio, queste osservazioni sono state effettuate in laboratorio e dovranno essere confermate anche in natura. Allo stesso tempo, conclude Satoshi Awata, docente presso il dipartimento di biologia della Osaka City University (Giappone), “questo è il primo studio che far mostra di quantitativamente la capacità di accoppiamento giornaliero dei medaka maschi, così come il volume di sperma rilasciato durante ogni accoppiamento, il tasso di fecondazione e il comportamento di maschi e femmine durante questo processo. La nostra esame fornisce importanti indicazioni sul rapporto tra il costo della produzione di gameti e la selezione sessuale”.
Leggi tutto su www.wired.it
di Sara Carmignani www.wired.it 2025-01-08 15:44:00 ,