AGI – Nel giugno scorso Pfizer-BioNTech avevano proposto all’Ue il proprio vaccino anti-Covid al prezzo esorbitante di 54,08 euro a dose per un contratto del valore di 27 miliardi di euro per 500 milioni di dosi. Lo riportano i media tedeschi Ndr, Wdr e Suddeutscher Zeitung che spiegano così la reticenza iniziale della Commissione europea che ha siglato il contratto con il consorzio americano-tedesco solo a novembre dopo aver strappato il prezzo di 15,50 euro a dose.
A 54,08 euro, il vaccino BioNTech sarebbe stato più di 20 volte più costoso di una dose del vaccino che AstraZeneca ha sviluppato insieme all’Università di Oxford. Il presidente della commissione sui farmaci dell’Ordine dei medici tedeschi, Wolf Dieter Ludwig, l’ha definito “un prezzo dubbio che lascia pensare a una ricerca di profitto in nessun modo giustificata nell’attuale situazione di pandemia”.
Gli Stati Uniti – sempre secondo quanto riportano i media tedeschi – avevano ottenuto il prezzo scontato (circa 16 euro a dose) già a luglio con un ordine di 100 milioni di dosi per un totale di 1,95 miliardi di dollari.
Oltre al prezzo spropositato, fa discutere anche l’affermazione del consorzio secondo cui lo sviluppo del vaccino sia stato “completamente autofinanziato”. Un’affermazione che forse potrebbe valere per Pfizer ma non certo per l’azienda tedesca BioNTech che ha ricevuto sia dalla Germania che dall’Ue milioni di euro per mettere in piedi la società e portare avanti le ricerche.
Su richiesta di Ndr, Wdr e “Sz”, il ministero federale dell’Istruzione e della ricerca tedesco ha comunicato di aver “sostenuto in modo significativo la fase di fondazione di Biontech e sostenuto finanziariamente e strutturalmente i primi anni cruciali dello spin-off”.
BioNTech ha ricevuto un ulteriore impulso dal 2012 al 2017 come vincitore di un bando, finanziato dal ministero della Ricerca, da 12,9 milioni di euro. La stessa portavoce di BioNTech ha confermato che la società ha “ricevuto circa 50 milioni di euro di finanziamenti dall’iniziativa tedesca e dai programmi dell’Ue nei primi anni dopo la sua fondazione”. Infine, nell’estate del 2020, l’azienda ha ricevuto altri 375 milioni di euro dal ministero federale della Ricerca proprio per lo sviluppo di vaccini basati sull’mRNA.