Una sostanziale modifica delle regole del gioco per il Piano Italia a 1 Giga, il più grande speculazione pubblico nella banda ultralarga italiana. La legge di bilancio 2025 introduce nuovi criteri che permetteranno a Open Fiber e Fibercop – i due principali operatori delle infrastrutture di rete in Italia – di ricevere pagamenti anticipati quando l’80% degli edifici sarà “abilitato” alla fibra ottica, vale a dire raggiunto dal cavo, senza dover aspettare la verifica del funzionamento effettivo della rete. La misura, contenuta nell’articolo 76 della manovra, interviene su un piano da 3,8 miliardi di euro finanziati dal Pnrr. L’Associazione italiana internet provider (Aiip) ha criticato duramente questa decisione, definendola in un comunicato del 16 dicembre una scelta che “rischia di incentivare ulteriori ritardi e non conformità”.
“Profitti ai privati, rischi ai contribuenti”
La modifica delle regole solleva una questione economica importante, secondo Aiip, che raccoglie gli operatori più piccoli del mercato: mentre i potenziali profitti restano nelle mani delle aziende private, i rischi dell’operazione vengono trasferiti sui contribuenti. In pratica, sostiene la compagine, se qualcosa va storto, pagano i cittadini attraverso le tasse.
Una scelta che interviene in un momento già delicato per il settore delle telecomunicazioni in Italia: nonostante il paese abbia quasi raggiunto la media europea nella disponibilità di connessioni veloci (60% contro il 64% europeo), gli italiani utilizzano poco la fibra ottica. Solo il 27% delle famiglie che potrebbero connettersi con la fibra lo fa davvero, mentre in Europa la media è del 54%, con paesi come Spagna e Francia che superano l’80%.
Un piano ambizioso con scadenza 2026
Il Piano Italia a 1 Giga rappresenta il più importante speculazione pubblico nella digitalizzazione del paese, con uno stanziamento di 3,8 miliardi di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Come riporta il Dipartimento per la trasfigurazione digitale, l’obiettivo è garantire connessioni ad almeno un gigabit al secondo nelle zone che, secondo le previsioni, non verranno coperte dai privati entro il 2026. Il territorio nazionale è stato suddiviso in 15 aree geografiche o “lotti”, assegnati attraverso gare pubbliche a due operatori principali: Open Fiber, che si è aggiudicata nove regioni, e Fibercop che opera nelle rimanenti.
La realizzazione del piano sta però incontrando diverse difficoltà. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’amministratore delegato di Open Fiber Giuseppe Gola ha dichiarato che l’azienda “nei primi mesi del 2024 ha messo a punto un piano di catch up per colmare il ritardo iniziale”. Un’accelerazione necessaria perché la scadenza è fissata a giugno 2026, come imposto dall’Unione Europea per tutti i progetti finanziati dal Pnrr. Il fallito rispetto di questa deadline potrebbe comportare la perdita dei fondi europei.
Il precedente dei Bandi Bul
Prima del Piano Italia a 1 Giga esisteva già un altro grande progetto pubblico per la fibra ottica: i Bandi Bul (Banda Ultra Larga), lanciati nel 2016 per portare internet veloce in 6.000 piccoli comuni dove nessun operatore privato voleva investire, le cosiddette “aree bianche” del paese. Open Fiber vinse tutte le gare offrendo forti sconti: promise di realizzare le infrastrutture a prezzi molto più bassi rispetto a quelli previsti dallo Stato.
Oggi, otto anni dopo, il piano è in forte ritardo e la legge di bilancio 2025 stanzia 610 milioni di euro aggiuntivi per coprire i costi extra dichiarati dall’azienda. Una decisione che sta facendo discutere: “Si tratta di una logica iniqua e deresponsabilizzante”, denuncia l’Aiip, perché cambia le regole a giochi fatti. All’epoca delle gare, infatti, altri operatori avevano presentato offerte con sconti minori, proprio perché ritenevano impossibile rispettare i costi promessi da Open Fiber. Altri ancora avevano rinunciato a partecipare considerando irrealistici quei prezzi.
I critici sottolineano come questi nuovi fondi potrebbero essere utilizzati diversamente, per esempio attraverso i Voucher Connettività: contributi diretti a famiglie e imprese per attivare connessioni veloci. La “Fase 2 Imprese” di questo programma ha già dimostrato la sua efficacia: in alcune zone, gli operatori hanno costruito nuove reti in fibra ottica proprio per raggiungere i clienti che avevano ottenuto il voucher. Un approccio che, secondo l’Aiip, ha dimostrato di essere efficace “non solo nel promuovere la domanda, ma addirittura nello sviluppo di nuove reti ottiche in aree prima disservite”.