I venti di guerra in Ucraina preoccupano i mercati. Lo spread tra Btp e Bund avvia con un balzo la prima seduta della settima e arriva a 171 punti per poi ridiscendere a 167, rispetto ai 165 punti della chiusura di venerd. Si trattato, secondo le rilevazioni di Bloomberg, del massimo da giugno 2020. A met mattina la distanza di rendimento tra i due titoli di Stato si di nuovo allargata, sfiorando di nuovo i 169-170 punti e poi, in una vera e propria altalena, ripiegando ancora a 165. Ma il rendimento del nostro decennale rimasto pi o meno invariato intorno all’1,9%, segnalando quindi un apprezzamento (con conseguente calo di rendimento a 0,19% e poi un poco pi su, a 0,24%, rispetto allo 0,29% di venerd scorso) del bund, il titolo-rifugio per eccellenza quando si accende l’allarme rosso sui mercati. Quindi gli investitori volano verso la qualit tedesca, comprando pi bund, ma non chiedono, per ora, all’Italia di pagare di pi.
Intanto Piazza Affari inizia la seduta con una perdita del 2,34%, a 26.334 punti e poi scivola ancora fino a perdere il 3,5% e poi il 3% nelle prime ore del pomeriggio. Il listino milanese ha per recuperato nella seconda parte della seduta contenendo le perdite sotto il 2%. Sulla Borsa di Milano pesano le banche e le utility. Il petrolio segna un rialzo a quota 95,7 dollari al barile per il Brent, e anche il gas naturale tocca nuovi massimi. Anche le altre principali Borse europee aprono le contrattazioni con forti flessioni, sulla scia della chiusura con il segno meno di Tokyo, dove il Nikkei cede il 2,23%. Tra le piazze finanziarie europee, Parigi apre con un -2,34%, Francoforte cede il 2,40% mentre Londra arretra dell’1,32%.
Ed ecco la mappa delle perdite delle principali blue chip. In Piazza Affari soffrono nella prima parte della giornata le banche — sempre nell’occhio del ciclone quando le cose vanno male — con Mps (-6,6%), rientrata agli scambi dopo una sospensione in asta di volatilit. Male anche Banco Bpm (-7,1%) e Bper (-6,2%), in attesa del consiglio d’amministrazione per presentare l’offerta al Fitd per Carige (+0,1%). Tra gli istituti di credito in flessione Unicredit e Intesa (-6%). I bancari hanno per recuperato terreno nelle ore pomeridiane. E un destino simile toccato alle utility e all’energia. In rosso A2a (-2,9%), Enel (-2,8%), Eni (-2,2%), Hera e Erg (-2%). In controtendenza Snam (+0,3%) che recupera per poi fino a +1,7%. Seduta pesante, nella prima fase, anche per Tim e Atlantia (-4,1%) e Stm (-3,6%).
In una prospettiva pi lunga, tutti i titoli di Stato ele obbligazioni ma anche i listini stanno scontando in anticipo, come sempre avviene sui mercati, l’avvicinarsi del cambio di passo della politica economica. Negli Stati Uniti praticamente certo un primo rialzo dei tassi in marzo, che verr seguito da altri due o tre interventi della Fed entro la fine dell’anno. Alcune case di analisi hanno addirittura ipotizzato che possano arrivare a sei. In Europa, dove l’inflazione corre ma non quanto negli Stati Uniti, dove l’ultima rilevazione ha sfiorato il 7,5%, il nuovo corso non ha una data definita, ma le ultime dichiarazione di Christine Lagarde, la presidente della Bce, sono state accolte dai mercati con nervosismo. Il rialzo dei tassi, anche se annuncia una ripresa economica, non mai un passaggio semplice per chi investe.