Le pietre di inciampo, secondo la senatrice a vita Liliana Segre, “raccontano storie di persone che sono senza memoria”. Sono quei blocchi di pietra ricoperti in ottone posizionati di fronte alle abitazioni di persone deportate nei campi di concentramento nazisti, dove trovarono la morte. Si tratta di un’iniziativa lanciata nel 1992 dall’artista tedesco Gunter Deming, appunto con l’obiettivo di onorare la memoria delle vittime della Shoah. In occasione del Giorno della memoria, Wired ha costruito una mappa delle pietre di inciampo poste nel nostro paese, costruita a partire dalla pagina Wikipedia loro dedicata.
Ogni bolla rappresenta uno dei 254 comuni italiani nei quali ne è stata posta almeno una. Più è grande e maggiore è il numero di pietre di inciampo posizionate. Il filtro nella parte bassa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) consente di isolare una singola regione sulla mappa.
Con 384 è Roma la città con il maggior numero di pietre di inciampo, seguita da Venezia con 159 e da Milano con 145. Più in generale, i comuni che le hanno posizionate per ricordare i morti della Shoah si trovano soprattutto nelle regioni del Nord, quelle cioè in cui l’occupazione nazista è durata più a lungo.
Ben 96 si trovano infatti in Lombardia, seguita dalle 43 dell’Emilia-Romagna e dalle 29 del Piemonte. In totale sono 2.148 le pietre di inciampo presenti in Italia. Le prime comparvero a Roma il 28 gennaio del 2010 in viale Giulio Cesare 103, a ricordare la deportazione di 2mila carabinieri, e in via della Reginella 2. Da qui il 16 ottobre 1943, vennero deportate Grazia Di Segni, Giuditta e Ada Spizzichino con la figlia Rossana Calò di appena due anni. Trasferite ad Auschwitz, furono uccise tra l’autunno dello stesso anno e l’estate del successivo. Ora una pietra d’inciampo ne ricorda l’assassinio a opera dei nazisti.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2023-01-27 06:00:00 ,