Prima le polemiche per il rischio di censura, poi i continui errori ai danni di siti legittimi che sono finiti nei blocchi della piattaforma e le nuove norme che rischiano di creare il caos anche a livello giudiziario. Infine, il pasticcio che ha portato al blocco di Google Drive e che ha sancito definitivamente la sua inadeguatezza. Piracy Shield è nell’gusto del ciclone e l’ambizioso progetto di cancellare la pirateria online rischia di trasformarsi nel più clamoroso degli epic fail.
Il peccato originale, a ben guardare, è proprio quella “ambizione” che ha mosso Agcom e Serie A verso il tentativo di appuntarsi al petto la medaglia per la creazione del più efficiente (sic) sistema di contrasto allo streaming illegale al mondo. Un sistema, però, che è assolutamente sbilanciato verso la tutela dei detentori dei diritti d’autore e non tiene conto in alcun modo dell’impatto sul funzionamento della rete. Nel resto del mondo, nessuno si è mai sognato di fare qualcosa del genere.
Germania: multe salate ma prudenza sui blocchi
Il sistema che possiamo considerare agli antipodi di Piracy Shield è quello tedesco. In Germania, infatti, lo streaming illegale viene contrastato secondo due modalità distinte. La prima è rappresentata da un sistema sanzionatorio diretto agli utenti, con multe che possono arrivare fino a 1500 euro. Le segnalazioni non sono gestite in maniera centralizzata (come minaccia di fare la nuova versione di Piracy Shield) ma sono lasciate all’iniziativa dei singoli soggetti che detengono i diritti d’autore. Stando a quanto riportato sui siti specializzati, però, le attività di contrasto alla pirateria (e le multe) si concentrano sui sistemi P2P per il download dei file e, quasi mai, sullo streaming live.
Per quanto riguarda i blocchi dei siti web dedicati alla pirateria, sono affidati al Clearingstelle Urheberrecht im Internet (CUII), un’organizzazione indipendente composta dagli Internet Service Provider (ISP) locali e dai detentori dei diritti d’autore. Il CUII utilizza un sistema simile a quello di Piracy Shield, piuttosto il blocco tramite DNS ai siti web. L’attività, però, è limitata ai siti che vengono considerati “strutturalmente” dediti alla pirateria e non prevede nessun automatismo. I siti, infatti, vengono bloccati solo dopo una valutazione da parte di un comitato che verifica l’esistenza di tutti i requisiti previsti dal regolamento per il blocco. Insomma: nessuna caccia alle streghe e massima tutela per chi potrebbe finire per essere ingiustamente penalizzato.
Nessun automatismo negli Usa
Negli Stati Uniti, il sistema di contrasto della pirateria online è regolato dal DMCA (Digital Millenium Copyright Act). La norma non prevede una piattaforma centralizzata, ma un sistema di notifica in cui il titolare del diritto d’autore contatta direttamente il fornitore di servizi che gestisce l’hosting del contenuto. Non si parla quindi di blocco tramite DNS da parte degli ISP che impedisce l’accesso all’interno dominio, ma di rimozione del singolo contenuto a opera di chi lo ospita sui suoi sistemi. La segnalazione è diretta all’ISP che gestisce l’indirizzo IP legato alla violazione e deve contenere una serie di informazioni puntuali sul contenuto che viola il copyright.
A questo punto la reazione dell’ISP cambia a seconda della situazione. Se il contenuto in questione è ospitato su un sito web di cui cura l’hosting, è tenuto a rimuoverlo (o renderlo inaccessibile) e a comunicare la notifica al gestore del sito. Nel caso invece di una violazione da parte di un semplice fruitore, come nel caso del download di file protetti da copyright, si limita a comunicare la notifica. Da un punto di vista legale, si tratta in pratica di un’ingiunzione a desistere dal giudicare il comportamento illegittimo. In caso contrario, si può arrivare alle vie legali.
Basta la minaccia
In definitiva, negli USA ognuno si arrangia per sé e gli utenti che vengono “pescati” a utilizzare strumenti illeciti sanno che se gli arriva un avviso significa che stanno rischiando una causa in tribunale. Considerato come funziona il sistema giudiziario statunitense, in cui i giudici hanno il vizietto di tirare fuori sentenze clamorose, lo spauracchio è considerato più che sufficiente per disincentivare la pirateria. Tutto questo senza una piattaforma dedicata e meccanismi automatici.