Pirateria online, il cavallo di Troia per bloccarla
| Wired Italia

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Per combattere la pirateria serve una mano dai sistemi di pagamento: se rinunciassero a intermediare le transazioni verso le Iptv illegali, i pirati dovrebbero “passare ad alternative come le criptovalute”, eventualità che “scoraggerebbe molti consumatori” a scegliere i loro servizi. Oggi invece le piattaforme che trasmettono in abbonamento film ed eventi sportivi possono contare sull’efficienza e la sicurezza dei più popolari sistemi di pagamento per gestire le transazioni con la base clienti. L’accusa a PayPal, Visa e Mastercard è in un report di Enders Analysis Sports Video Piracy, presentato a luglio da Freshfields e Dazn (proprio nei giorni in cui in Italia ha lanciato i nuovi pacchetti). Secondo gli analisti, chi intermedia la compravendita delle immagini potrebbe fare “molto di più” per tutelare il diritto d’autore.

Il rapporto sostiene che “molti consumatori che pagano per contenuti pirata sarebbero disposti ad abbonarsi a un servizio legale”. Ma i broadcaster che acquistano i diritti televisivi combattono con “le principali aziende di internet che permettono di scoprire e accedere a contenuti pirata” e con “i gateway di pagamento legittimi che facilitano la monetizzazione dei servizi”. Non solo: “Gli operatori dei sistemi di pagamento – attaccano gli autori del report – sono solo leggermente collaborativi con i titolari della proprietà intellettuale”.

Francois Godard di Enders Analysis ha sottolineato l’importanza per le piattaforme di pagamento di conoscere i propri clienti. È necessario che questo semplice diktat venga seguito dalle società di pagamento, intese come società di carte di credito. Loro girano la responsabilità sulle banche che hanno il contatto diretto con i consumatori e con i potenziali pirati. Eppure – ha evidenziato – lo stesso non viene applicato ad esempio nell’industria pornografica, dove vengono effettuati dei controlli: c’è una consapevolezza diversa per le industrie illegali in alcuni Paesi”.

Meno blocchi, impedire la monetizzazione

Finora le strategie adottate dalle emittenti e dai policy maker europei per contrastare la pirateria si sono concentrate su una maggiore capacità giurisdizionale per bloccare più facilmente i siti internet che trasmettono le immagini. Poco è stato fatto proprio sul fronte dei pagamenti. “L’attenzione è stata minore per impedire ai pirati di monetizzare i servizi illegali. Le società di carte di credito applicano commissioni più elevate alle imprese ‘più rischiose’, tra cui quelle che praticano la pirateria”. E quindi “nonostante le loro smentite – si legge – sanno con chi fanno affari, o almeno dovrebbero farlo”.

L’invito rivolto all’industria media è di “sviluppare una risposta coordinata in collaborazione con i fornitori di pagamenti” per fermare i pirati. Anche perché la qualità che riescono a garantire le Iptv illegali e l’utilizzo di sistemi di pagamento comuni “spesso ingannano i consumatori facendo credere loro di pagare per un servizio legittimo”.

Pirateria online

L’Agcom potrà bloccare entro 30 minuti i siti che trasmettono illegalmente le partite di calcio. Il tracciamento dei pagamenti renderà più semplice risalire a chi trasmette il segnale. Ma esiste il rischio di blocchi errati

In Italia una legge che non guarda ai pagamenti

L’Unione europea a maggio ha sottolineato il ruolo giocato dagli operatori di pagamento che possono contribuire a combattere la pirateria. “I fornitori di pubblicità e i fornitori di servizi di pagamento, grazie agli obblighi imposti dal quadro normativo dell’Ue in materia di antiriciclaggio, possono contribuire alla lotta contro la pirateria online. Nelle sue raccomandazioni l’Unione europea ha detto che, a suo avviso, “i servizi di pagamento dovrebbero essere incoraggiati a garantire che i loro servizi non facilitino la promozione e il funzionamento di operatori” pirata.

In Italia, dove secondo le stime della Fapav sono 3 milioni gli utilizzatori di Iptv illegale per un giro d’affari da 24 milioni di euro al mese, è stata approvata a luglio la prima legge contro la pirateria. La norma, tra le altre particolarità, attribuisce all’Agcom il potere di ordinare ai provider internet di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza. Ma il testo, come avvenuto anche in Francia e Gran Bretagna, non si focalizza sul passaggio di denaro. Lasciando mare aperto ai pirati.



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di Michele Chicco www.wired.it 2023-07-21 04:40:00 ,

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