L’arrivo in Italia di Pokémon, come quelli di molti altri fenomeni esteri a partire dai videogiochi in generale, è un’onda lunga che ha accumulato un discreto ritardo. In Giappone le prime avventure della saga erano state introdotte sul mercato nel febbraio del ‘96, con la versione Rossa affiancata da quella Verde, mai uscita dall’arcipelago. In Occidente arrivano edizioni leggermente migliorate basate sulla versione Blu, una patch messa in circolazione da Nintendo tramite la rivista giapponese CoroCoro, a testimoniare come fosse davvero un’altra era geologica. Un periodo lontano ma non abbastanza per rendere il Game Boy una console al passo coi tempi: quando le prime cartucce di Pokémon trovano spazio sugli scaffali italiani la console portatile ha ormai dieci anni sul mercato alle spalle, un’eternità oggi come allora.
E poi arrivarono i cartoni
La diffidenza che aveva accolto il lancio delle avventure in Giappone così come negli Stati Uniti, complice l’anzianità della console, ebbe un riflesso anche nel nostro paese. Non è un caso che in quella che fu probabilmente la prima apparizione dei Pokémon sulla televisione italiana, nella seconda puntata delle tre che Turisti per Caso dedicò al Giappone, i mostriciattoli sono menzionati di sfuggita, al contrario di Super Mario e del ben più di nicchia Bomberman. La vera svolta arriverà con la trasmissione dell’anime su Italia 1, a partire dal 10 gennaio 2000: la Pokémania italiana ha inizio in quel momento.
Scartabellando gli archivi dei quotidiani nazionali, come la Repubblica, si ha ulteriore conferma di come il successo della saga abbia iniziato a essere percepito come fenomeno nazionale proprio nel nuovo millennio. Un prontuario per capire l’aria che tirava sui media nostrani del periodo è Generazione Pokémon della giornalista Loredana Lipperini, pubblicato proprio nel 2000, l’anno più caldo per i mostriciattoli in Italia. Caso editoriale pressoché unico nella sua raccolta e commento di articoli e interventi, anche di politici e intellettuali, si rivela una singolare capsula del tempo oltre che difesa del brand Nintendo.
Un quarto di secolo dopo Pokémon rimane nel frattempo più celebre e apprezzato che mai, icona culturale al pari di quelle Disney e probabilmente l’esportazione pop più importante di sempre per il Giappone. Nato come progetto lacrime e sangue durato sei anni di un piccolo sviluppatore, Game fricchettaro, oggi tra alti e bassi rimane uno stile di vita per moltissimi appassionati, che con Pokémon sono cresciuti e a cui molto devono della propria visione del mondo, affiancati da un flusso incessante di nuove leve. Perché il sogno di acchiapparli tutti non ha età.
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di Lorenzo De Vizzi Arati www.wired.it 2024-10-05 04:30:00 ,