Quando incontro Nitro è il giorno della presentazione del disco ai Dazi di Milano sotto all’Arco della Pace. Outsider è il nuovo album che segna sia un ritorno alle origini ma anche un rinnovamento, una linea tutta sua che come sempre spazia tra i generi. Insieme a tutto questo c’è anche un concept di arte grafica in NFT, un’opera per ogni singolo brano realizzata da un artista. Nitro sarà ospite al Wired Next Fest di Rovereto per un’intervista.
Ti senti ancora un outsider?
“Sì, oggi più che mai, devo dire, nel senso che sono uno dei pochi che spinge per dire ancora tante cose nei pezzi, faccio della musica che non è proprio quella che arriva prima in classifica automaticamente. Ci vuole dello sforzo anche per capire; non mi interessa nulla delle logiche di mercato e non faccio i featuring con chi mi conviene per raggiungere il primo posto di Spotify, quindi direi di sì, oggi più che mai sono un outsider”.
Sei outsider più oggi o lo eri più ieri?
“Più oggi, perché quando sono venuto fuori con il rap era abbastanza scontato avere dei contenuti e dire qualcosa nelle canzoni o comunque avere un certo tipo di disagio da esprimere. Oggi non è obbligatorio per niente”.
Inizi il disco con il brano Control e citi delle categorie di persone ma specifici di non stare da nessuna parte. Cosa intendi?
“Nella prima strofa, in realtà, tutte le figure, le categorie sono tutti umani. Donna, uomo, bianco, nero, magro, grasso, finto, vero, boomer, zoomer, taxi, Uber, sbirro, pusher, winner, loser. Sono tutti umani. Ed è questa, diciamo, la cosa su cui preme il pezzo. Il fatto che io non ho niente contro nessuno perché sono tutti umani per me, non c’è una categoria. L’odio non si dà sicuramente per una categoria, si dà per altri motivi ben più nobili. Detto ciò, odio questa situazione di contrasto continuo che c’è nel mondo per la quale devi sempre schierarti o dall’altro posto, come se le sfumature non fossero il bello di questo mondo e della verità”.
Nel brano Anyway dici “non odiarti se sbagli”. È riferito a qualcosa che ti è capitato?
“Sì, ho scritto quel pezzo dopo aver fatto un brutto sbaglio con un mio amico per il quale ho chiesto scusa, però mi sono sentito una merda. Lui mi ha detto ‘l’importante è come ti rialzi, io non valuto le persone per come sbagliano ma per come si rialzano’, e io ho scritto quella canzone”.
Ci sono molte parti suonate in questo disco. Peraltro ricordo anche la tua presenza in un video della band hardcore Slander e la vicinanza all’ambiente hardcore. Come hai deciso di gestire questa parte molto suonata?
“Secondo me è l’incontro di due grandi personalità musicali che sono Low Kidd e Mike Defunto: uno più impostato ovviamente su quello che è il rap e la scena urban, l’altro più sul mondo del rock, del punk, del nu-metal e dell’alternative. Quindi si sono fuse queste cose e loro sono entrambi gli opposti della mia metà, diciamo, delle mie due metà e quindi non poteva che uscire una roba grossissima perché sono due produttori veramente forti”.
L’ultimo disco era uscito il 6 marzo del 2020, non una data fortunata perché qualche giorno dopo è scattato il lockdown. Cosa avevi bisogno di sviluppare in questo disco che nel precedente non eri riuscito?
“GarbAge era un disco che avrebbe dovuto – secondo me – scioccare quanto questo, però era un periodo dove lo shock generale era così ampio che poche cose potevano sconvolgere più di quello che stavamo vivendo. Io però ho scritto quel disco prima che tutto avvenisse, anche se l’idea andava in quella direzione. La gente poi è arrivata a dire che questo album era anche meno peggio dell’attualità dei fatti e mi è stata sul cazzo un botto sta cosa, ho detto ‘allora adesso il prossimo disco lo carico ancora di più, lo faccio diventare ancora più oscuro’”.
E cosa hai fatto?
“Ho fatto un bel ‘back to basic’ per i miei fan di vecchia data ma anche quelli più recenti vogliono conoscere il nuovo Nitro. Volevo fare delle cose nuove però anche ritornare nel mio ambiente di quando mi sono sentito veramente rappresentato da un disco, cioè Suicidol Post Mortem (2016), un lavoro in un’età di passaggio dai 19 ai 20 anni. Anche Ousider è di passaggio dai 20 ai 30 ed è per quello che, almeno a me, ricorda un po’ il mio Suicidol Post Mortem, ma perché è un disco che ho scritto in un estremo momento di difficoltà che mi ha aiutato. Garbage è un po’ un nuovo Danger, una roba, un nuovo inizio”
Parlando del disco Danger, sono passati dieci anni dall’uscita. Come valuti il percorso?
“Se si valuta il percorso dopo dieci anni o magari non si guarda neanche troppo indietro, potevo fare molto meglio, potevo anche fare molto peggio, potevo anche essere deceduto”.
Molto meglio in cosa?
“Avrei voluto fare più dischi, avrei voluto essere più costante, avrei voluto avere più uscite, essere più produttivo e dire più cose quando avevo l’età per dirle: cioè 21 anni. Avrei voluto uscire con un botto di album, invece sono uscito con un disco solo, anche se poi io facevo i Machette Mixtape oltre a tanti featuring in tutta Italia, però questa cosa tipo di non avere il mio mixtape mi è sempre dispiaciuta e cercherò di rimediare in questo decennio della mia carriera”.
È vero che in un’epoca attuale c’è un obbligo è di pubblicare pubblicare il singolo, starci dietro, poi pubblicare un altro singolo….
“Mi sono reso conto che quando ho visto intorno a me che la gente pubblicava tanto – e per pubblicare tanto a volte anche le canzoni perdevano di qualità – io mi sono sentito uno scemo perché ho detto ‘io non le faccio uscire perché ho paura, perché sono insicuro’ ma la gente non mi paga le bollette con la mia insicurezza. Perché lo faccio? Perché devo piacere agli altri o perché ho bisogno di farlo? Io scrivo tantissimo tutti i giorni e quindi avrebbe più senso per me che uscisse un disco all’anno che per molti altri artisti, perché ho tante cose da dire e mi sono dispiaciuto perché adesso non ho più 21 anni e adesso mi vengono in mente cose che avrei potuto dire a quell’età e non le posso più dire per esempio e questo mi fa girare il c***o, mi fa dire che devo fare più dischi”
Buoni propositi: fare un altro disco tra un anno?
“Buoni propositi è già iniziarlo adesso, cioè andare in studio appena finisce questa intervista”.
In Outsider, il brano, ci sono degli intermezzi molto musicali o strumentali, si svuota un po’ il pezzo a un certo punto. Come mai questa scelta, e soprattutto cosa ha comportato?
“Mi piace molto la musica: stavo valutando anche ascoltando i miei dischi precedenti che spesso lasciavo molto spazio alle parole, un po’ meno alla musica e ho detto ‘stavolta voglio addensare bene le parole’ per poi ridiscendere con la musica, anche per lasciare pensare alla gente quello che ho detto, e poi perché comunque comincio ad avere un’età e i live li devo fare da solo (ride, nda)”
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di Nicholas David Altea www.wired.it 2023-05-04 13:00:00 ,