LUSAIL – Più triste di un fado, che come diceva Amalia Rodriguez, «non si canta, accade». E così accade. Andate al Louvre, cercate la Gioconda, vi dicono che è in cantina, però se volete al suo posto c’è il ritratto di un centravanti promettente, appena 21 anni, esordiente, che si chiama Gonçalo Ramos. Ah e la Gioconda? In panchina, perché ultimamente era troppo va
nitosa.
Credeva di essere insostituibile. Cristiano Ronaldo, il numero 7 più famoso del mondo e capitano del Portogallo non è titolare. Fanno a meno di lui, della fama, e dei suoi cinque Palloni d’oro. Si scansi pure, a 37 anni non è più indispensabile. Cristiano non la deve aver presa bene: già è stato sostituito, già la Fifa gli ha tolto un gol di testa, e già un compagno ha osato dire che senza di lui si gioca meglio. È la prima volta in 14 anni, dopo 31 partenze da titolare. «Portugal benches Ronaldo», dicono i lanci di agenzia. Come avessero smontato la Tour Eiffel a Parigi. Ronaldo arriva per il riscaldamento, perfettamente sbarbato (nessuno si rasa come lui) con la pelle lucente di chi conosce tutto i prodotti dello skincare, guarda nel vuoto. Si siede sulla panca, anzi si aggiusta, a più riprese, sta scomodo, si capisce, quando mai l’ha frequentata? Penserà: vecchio io?, ma se in campo c’è Pepe che ne ha 39.
Nemmeno il tempo un po’ di nostalgia che Ramos, proprio quello lì, più nuovo della Gioconda, il sostituto insomma, su assist di Joao Felix, la mette dentro con una violenta botta di sinistro. Esulta da pistolero, alla Suarez. Gioca nel Benfica, è al suo primo Mondiale, alla sua seconda rete in nazionale. Lo chiamano il feiticeiro, lo stregone. Inquadrano Ronaldo, faccia flemmatica, anzi di pietra. E Pepe, quello dei 39 anni e 9 mesi, che ti fa saltando alto su un corner? Gran colpo di testa, specialità della abitazione Ronaldo. Il difensore portoghese è al suo 8° gol e diventa il più vecchio marcatore della nazionale (e il secondo nella storia del Mondiale). Stavolta però Cristiano corre ad abbracciarlo, fa parte della vecchia guardia, gli sorride, dà un po’ di pacche. Come quando alle feste si divertono benissimo senza di te. E tu dici: bravi, bravi. Però pensi: un po’ almeno vi potevo mancare. Infatti si risiede, si mangia le unghie, è nervoso, quando mai è stato sulla panca ai Mondiali? Mai, never.
E poi sperava al suo 5° Mondiale di segnare nella fase finale, cosa che finora non gli è mai riuscita. Spera, forse nella ripresa, ma smette presto di sognare perché il sostituto, risegna: cross basso da destra, Ramos attacca il prima palo e di sinistro batte Sommer. Se passi una bella serata come fai a rimpiangere l’assente? Non bastasse, anche Guerreiro la mette dentro di sinistro.
Ronaldo scompare: dalle inquadrature, dal presente del Portogallo e chissà forse anche dal futuro. Il supplente, il vice, chiamatelo come vi pare, non smette di segnare: assist di Felix, Ramos tocca con il destro e fa il terzo gol. Niente male per un esordiente. È la partita più bella del Portogallo, guarda caso senza Ronaldo. Sarà un caso? O che (finalmente) senza di lui, la squadra, congelata dal suo ego, si è sbrinata? Sul 5-1 il ct Santos decide che non ci sono più rischi e al 73’ entra Ronaldo. La Gioconda, sempre più enigmatica, torna al suo posto. Un lancio in profondità, Ronaldo scatta e segna, ma è in fuorigioco. Nemmeno il tempo di esaltare e di illudersi. Nel recupero c’è il magnifico gol di Leao. Segnatevi questa notte. Il secolo di Ronaldo ha traslocato. Non manda più segnali.