La precettazione è un provvedimento amministrativo straordinario con cui l’autorità competente può imporre la cessazione o la modifica di uno sciopero. Questo strumento, regolamentato dalla legge numero 146 del 1990, successivamente modificata dalla legge numero 83 del 2000, nasce per bilanciare il diritto di sciopero con la tutela di diritti costituzionali fondamentali. Secondo l’articolo 8 della normativa, la precettazione può essere applicata quando l’interruzione o il malfunzionamento di un servizio pubblico, causato dallo sciopero, comporta un grave e imminente pericolo per i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini, come il diritto alla salute, alla sicurezza o alla libertà di circolazione.
Quando si fa ricorso alla precettazione
L’ordinanza di precettazione può essere disposta su richiesta della Commissione di garanzia o, in casi di necessità e urgenza, direttamente d’ufficio da un’autorità esecutiva. Quando lo sciopero ha rilevanza nazionale, la competenza è del presidente del Consiglio o di un ministro delegato, mentre a livello locale è di pertinenza del prefetto.
Il provvedimento segue un iter specifico: l’autorità competente comunica la volontà di avviare la procedura ai presidenti delle regioni e delle province autonome, invitando poi le parti coinvolte a desistere dai comportamenti pericolosi. Se il tentativo di conciliazione fallisce, viene emanata un’ordinanza che può avere diversi effetti sullo sciopero, come ad esempio ridurne la durata o stabilire livelli minimi di funzionamento dei servizi essenziali.
L’ordinanza di precettazione deve essere adottata almeno quarantotto ore prima dell’inizio dello sciopero, salvo situazioni di urgenza. Deve inoltre indicare chiaramente il periodo di validità delle misure imposte, rispettando il diritto costituzionale di sciopero senza mai vietarlo del tutto. L’atto è notificato ai promotori dell’azione, alle amministrazioni o alle aziende interessate e, se necessario, anche ai singoli lavoratori.
La valutazione del pericolo
La legge impone una valutazione rigorosa della gravità e dell’imminenza del pericolo, il quale deve compromettere significativamente i diritti degli utenti dei servizi pubblici, senza limitarsi a un semplice fastidio. L’autorità che firma un’ordinanza di precettazione deve considerare le indicazioni fornite dalla Commissione di garanzia per poter garantire un coordinamento tra i due organismi. Il provvedimento ha efficacia immediata per prevenire i danni imminenti, ma può essere contestato al Tribunale amministrativo regionale (Tar), il quale può sospenderlo, anche solo in parte, in caso ecceda le finalità di tutela dei diritti costituzionali.
Quali sono le pene per chi viola il provvedimento
I lavoratori che non rispettano un’ordinanza di precettazione rischiano una sanzione amministrativa compresa tra 500 e 1.000 euro per ogni giorno di infrazione. Per le organizzazioni sindacali, la multa varia da 2.500 a 50.000 euro al giorno, in base alla gravità della violazione e alla disponibilità economica dell’organizzazione. Le imprese o le amministrazioni pubbliche che non ottemperano all’ordinanza possono essere sospese dall’incarico per un periodo compreso tra trenta giorni e un anno. Tutte le sanzioni vengono decise dall’autorità che ha emesso l’ordinanza e applicate tramite ingiunzioni dell’Ispettorato del lavoro.