Intellettuali e tecnici per un premier più forte. L’innesco della trattativa per cambiare il testo è un mini pacchetto di due emendamenti
Una strada adesso c’è. Quanto diventerà agibile e scorrevole lo dirà il successo o meno del lavoro sottotraccia che un fronte bipartisan sta facendo dentro e fuori il Parlamento per rendere condivisa la riforma costituzionale voluta dal governo di Giorgia Meloni e osteggiata da quasi tutte le opposizioni. Se l’operazione avesse successo, la maggioranza, a cominciare dalla presidente del Consiglio, eviterebbe il ricorso al referendum popolare, con quel carico di ricadute e rischi che Matteo Renzi aveva sperimentato nel 2016; e l’opposizione s’intesterebbe i benefici di quel dialogo che Dario Franceschini continua a consigliare a Elly Schlein, con un accordo da sigillare una volta passata la buriana delle elezioni europee.
Gli emendamenti chiave
L’innesco della trattativa per cambiare il testo è un mini pacchetto di due emendamenti, immaginato da un gruppo di intellettuali e tecnici che si è battezzato nel nome di uno slogan: «Il nostro premier è più forte del vostro». Ne fanno parte, in ordine sparso, Gaetano Quagliariello, Antonio Polito, Angelo Panebianco, Peppino Calderisi, Annamaria Parente, gli ex senatori del centrosinistra Franco Debenedetti e Natale D’Amico, più un gruppo di professori di Diritto costituzionale, da Mario Esposito a Maurizio Griffo, fino al decano dei…
Author: Tommaso Labate
Data : 2023-12-01 12:54:37
Dominio: www.corriere.it
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