“Prende 1.800 euro, dobbiamo giustificarci?”

“Prende 1.800 euro, dobbiamo giustificarci?”

“Prende 1.800 euro, dobbiamo giustificarci?”


Milano – Chiara, la figlia medica dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, ha vinto un concorso per un posto da pediatra all’ospedale San Paolo di Milano, dov’è entrata in servizio il 1° luglio. Prima in graduatoria con 85,482 punti (1,793 sopra la seconda). Ha 38 anni, si è laureata con 110 all’università Cattolica di Roma, ha un curriculum “pesante” con esperienze al Children’s Hospital di Philadelphia, al Children’s Center del Johns Hopkins Hospital di Baltimora, all’Istituto di Pediatria del Policlinico Gemelli di Roma e in Africa.

Come il padre ha prestato servizio all’Aquila, in un ospedale da campo durante il terremoto del 2009, e al pronto soccorso Covid dell’ospedale di Lodi, a maggio 2020, da volontaria. Più di recente, da marzo a giugno del 2023, ha lavorato da libera professionista al pronto soccorso pediatrico degli Spedali civili di Brescia. Negli archivi dell’ospedale Niguarda si trova anche la graduatoria di un concorso per un posto a tempo determinato alla Pediatria del Grande ospedale metropolitano: Chiara Bertolaso è arrivata prima. La graduatoria è stata deliberata il 2 novembre 2022. Lo stesso giorno in cui suo padre Guido, già consulente del governatore Attilio Fontana nel 2020, già coordinatore della campagna antiCovid in Lombardia nel 2021, veniva scelto per fare l’assessore al Welfare in Lombardia al posto della dimissionaria Letizia Moratti.

“E lei l’ha rifiutato, con grande sgomento del Niguarda: mia figlia è uno dei pochi pediatri che lavorano anche in pronto soccorso”, dice l’assessore Bertolaso quando l’articolo pubblicato da “La Notizia“ inizia a circolare tra i corridoi di Palazzo Lombardia presentendo le inevitabili polemiche dovute a questioni di opportunità politica. Vero è che la pediatra Chiara ha vinto un concorso pubblico e il suo curriculum non può allungare ombre. Ma è altrettanto vero che il suo è un cognome “pesante”, lo stesso dell’assessore dal quale dipendono i direttori degli ospedali pubblici, i cui incarichi scadono a fine anno. “Davvero dobbiamo giustificarci perché una dottoressa con due specializzazioni e mille offerte di lavoro in giro per il mondo decide di venire a lavorare a 1.800 euro al mese, in un pronto soccorso pediatrico che serve il Sud-Ovest di Milano dove c’è carenza, quando i concorsi per pediatri metà delle volte vanno deserti?”, risponde Bertolaso, chiarendo di avere “detto subito, quando mi hanno chiesto di fare l’assessore”, che la figlia lavorava in Lombardia.

Ai tempi del suo primo incarico, alla fine della scorsa legislatura: “Non avevo intenzione di rimanere. Volevo solo fare da “ponte” tra le dimissioni di Moratti e le elezioni, e poi tornare a fare il nonno”. Poi il presidente rieletto Attilio Fontana gli ha chiesto di restare. “E io ho ceduto. Forse se avessi rifiutato non saremmo a questo punto. La mia famiglia ha già subito 10 anni di gogna mediatica (durante i processi sulla gestione del terremoto dell’Aquila, dai quali è stato assolto, ndr )”.



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www.ilgiorno.it
2023-07-13 03:31:09 ,

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