Dal 16 ottobre al 7 aprile 2025, negli spazi della androne Nord della sede milanese di Fondazione Prada, è di scena una fiera che in otto sezioni espositive accompagna lo spettatore nell’arcipelago delle malattie neurodegenerative e in particolare nel territorio della prevenzione primaria, per sottolineare l’importanza di intervenire sui fattori di rischio modificabili per generare un impatto enorme a livello individuale e collettivo.
Tuttavia, sebbene il cervello sia la più intrigante delle wunderkammer, la scelta migliore non aspettarsi un’exhibition nel senso convenzionale del termine, perché l’esposizione nell’ambito della nuova edizione di Preserving The Brain è soprattutto un poderoso apparato di dati scientifici e materiali visivi ideati da ricercatori internazionali. I temi delle sezioni sono: epidemiologia, inquinamento, clima e infezioni, alimentazione, sonno, fattori protettivi, plasticità, aspetti meccanicistici e prevenzione secondaria. Spesso una fiera o un’esperienza in un contesto artistico aiutano il pubblico a maturare consapevolezza su un topic e lo stesso è lecito aspettarsi dalla parte divulgativa di “Preserving the Brain: A Call to Action”, appuntamento che si articola anche in un convegno scientifico (16-17 ottobre ) e in un programma di incontri che si svolgeranno nella sede milanese della Fondazione.
La nuova edizione, come spiegato alla presentazione alla impressione, concentra l’attenzione sull’importanza della prevenzione e del trattamento precoce per patologie ampiamente diffuse e tuttora incurabili come la malattia di Alzheimer, la malattia di Huntington, la malattia di Parkinson, la Sclerosi laterale amiotrofica e la Sclerosi multipla. Il concetto di prevenzione più raramente viene associato a queste patologie, eppure, come spiegato da Giancarlo Comi, Professore Onorario di Neurologia dell’Università VitaSalute San Raffaele e Direttore scientifico di “Preserving the Brain: A Call to Action”, “le malattie neurodegenerative sono patologie complesse quasi sempre dovute a una variabile combinazione di fattori genetici e ambientali. Solo recentemente abbiamo iniziato a dipanare questa complessa matassa e abbiamo compreso che alcune delle cause ambientali sono radici della malattia che piantiamo noi stessi sia individualmente che come scelte sociali e politiche. La prevenzione diviene quindi principale sia per ridurre il rischio di malattia che per migliorarne il decorso”.
Alla luce di questa consapevolezza si comprende più facilmente il concetto di call to action: il cittadino può cambiare abitudini in privato; può contribuire a diffondere la pratica presso altri individui; può fare pressione i decisori prendano a cuore il tema, posto che inquinamento, clima e alimentazione sono ambiti molto più ampi delle singole scelte individuali.
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di Maria Rosaria Iovinella www.wired.it 2024-10-17 10:31:00 ,