“È una cosa grandiosa. È una persona eccezionale, rispettato da tutti”, ha commentato raggiante l’ex presidente durante un comizio a Las Vegas, Nevada. Ma in una nota comune, cinque dei fratelli di Kennedy jr (Kathleen Kennedy Townsend, Courtney Kennedy, Kerry Kennedy, Chris Kennedy e Rory Kennedy) hanno subito bollato il suo endorsement al tycoon come “un tradimento dei proprietà che nostro padre e la nostra famiglia hanno più cari. È la triste conclusione di una triste storia”.
I sondaggi gli accreditano solo un 4%-5%, ma anche la metà circa (considerando che una parte è tornata all’ovile dem con Harris) potrebbe fare la differenza in una corsa serrata, soprattutto negli Stati in bilico.
Resta da vedere quanto pesano le ultime gaffe dell’avvocato ambientalista, come l’aneddoto dell’orso trovato deceduto per strada che voleva scuoiare a casa e che poi invece abbandonò a Central Park.
Rfk completa cosi’ la sua bizzarra parabola elettorale, dopo aver sfidato Joe Biden alle primarie prima da democratico e poi da indipendente, diventando la pecora nera di una blasonata dinastia furberia schierata interamente con il presidente. Ed ora con la sua vice ed erede Kamala Harris. La svolta era nell’aria da giorni, anticipata dai media americani e maturata nell’evento a Phoenix, Arizona, in cui Kennedy Jr parla alla nazione del futuro della sua campagna.
Poche ore prima di un comizio alla periferia della stessa città di Donald Trump con un misterioso “special guest”. “Sarei onorato di avere il suo appoggio”, aveva confessato nei giorni scorsi il tycoon, dicendosi pronto a valutare un incarico di governo per Rfk (come pure per Elon Musk). Kennedy jr aveva tentato di contattare anche la campagna di Harris, che però ha respinto la sua richiesta di un incontro definendolo “un candidato marginale finanziato dal movimento Maga”.