Il chatbot AI Grok è pronto a debuttare con un’applicazione a sé stante per sfruttare in modo più comodo tutte le sue funzionalità basate su intelligenza artificiale senza dover passare da X. Si inizia con l’Australia, che farà da terreno per il primo beta test, ma è più che probabile che il resto del mondo seguirà a ruota nelle settimane successive. L’obiettivo dello strumento sviluppato della società xAI, parte della costellazione di servizi di proprietà di Elon Musk, è quella di ritagliarsi un posto al sole in un segmento sempre più competitivo e con tutti i big già schierati.
L’applicazione autonoma di Grok è apparsa ufficialmente in versione beta sull’App Store di iOs in Australia, quindi al momento è utilizzabile soltanto dagli utenti che prendono parte al programma sperimentale e che possiedono un iPhone. Tuttavia, è verosimile immaginare che l’obiettivo sul lungo periodo sia quello di estendere la disponibilità in tutto il mondo e anche alla piattaforma Android. Leggendo la descrizione sulla pagina ufficiale dello store si può scoprire come il chatbot finora accessibile solo da X consenta di ottenere generazione di testi o di immagini dietro prompt testuale, ricercare informazioni online accedendo a dati aggiornati in tempo reale e anche chiedere domande specifiche oppure di riassumere testi. Non manca naturalmente anche la possibilità di caricare foto chiedendo poi al Grok di analizzarle, per restituire un contesto o maggiori dettagli. Insomma, a grandi linee tutto ciò che si può normalmente già fare con i vari ChatGpt di OpenAi oppure CoPilot di Microsoft, ma anche Claude di Anthropic o ancora più recentemente da Gemini di Google, giusto per citare gli esempi più importanti.
Grok ha fatto parlare di sé negli scorsi giorni in modo particolare per il nuovo modello di linguaggio dedicato alla generazione di immagini e chiamato Aurora. La resa è di alta qualità, con ritratti di tipo fotorealistico, ma c’è qualche problema di eccessivo con contenuti sensibili o controversi, visto che non esistono al momento troppe limitazioni a quel che si può chiedere ai suoi algoritmi. Oltre all’applicazione autonoma di Grok, si è scoperto anche il sito web ufficiale, che al momento accoglie solo la scritta coming soon (ovvero, in arrivo), ma che potrebbe portare a una versione accessibile da browser del chatbot, accedendo tramite account di X o Google.
Leggi tutto su www.wired.it
di Diego Barbera www.wired.it 2024-12-23 16:42:00 ,