di Kevin Carboni
“inquietanti i meccanismi di scoring che premiano i cittadini virtuosi”, sono queste le parole usate dal Garante della privacy per descrivere le iniziative di alcuni enti locali, che vorrebbero assegnare un credito sociale alla cittadinanza. Pertanto, l’autorità ha aperto tre istruttorie sui progetti avviati dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dai ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture, dal Comune di Bologna e da quello di Fidenza.
I progetti sotto esame
La prima istruttoria riguarda il Progetto Pollicino, un’indagine statistica sulla mobilità promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dai ministeri della Transizione ecologica e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, con il coinvolgimento del Comune di Bologna. Nell’ambito dell’indagine, i cittadini sono invitati a condividere i propri dati sugli spostamenti “apparentemente in forma anonima”, ai quali verranno assegnati dei punti in base ai trasporti usati. Al termine dell’indagine, i partecipanti riceveranno dei premi collegati al punteggio ottenuto.
Il Garante ha pertanto richiesto agli enti coinvolti di fornire informazioni relativamente al ruolo dei soggetti pubblici nella rilevazione, alla base giuridica del trattamento dei dati e le modalità del funzionamento del sistema e dell’applicazione da usare.
Una seconda istruttoria riguarda invece l’iniziativa “portafoglio del cittadino virtuoso”, lanciata dal Comune di Bologna. Nell’ambito dello sviluppo di un’applicazione per digitalizzare i servizi della pubblica amministrazione, il comune ha incluso una funzione per dare una sorta di “credito sociale” al “cittadino virtuoso”. Tramite l’adesione volontaria, l’app potrà sorvegliare quasi ogni movimento o azione degli utenti, dalla raccolta differenziata, all’uso dei mezzi pubblici. Poi, sulla base dei dati raccolti, l’app darà dei punti alle persone, che potranno essere spesi per ricevere alcuni premi.
L’ultima istruttoria riguarda un’iniziativa simile avviata dal comune di Fidenza, che ha introdotto con un proprio regolamento la cosiddetta “carta dell’assegnatario”, per la gestione degli alloggi di edilizia popolare. Anche in questo caso, il Comune ha ideato un meccanismo a punti per valutare i comportamenti delle persone destinatarie degli alloggi pubblici. Alle persone sarebbero quindi riconosciuti sia benefici che sanzioni, tra cui anche lo sfratto.
Le motivazioni del Garante
“Gli interventi dell’Autorità si sono resi necessari a causa dei rischi connessi a meccanismi di profilazione, che comportino una sorta di cittadinanza a punti e dai quali possano derivare conseguenze giuridiche negative sui diritti e le libertà degli interessati, inclusi i soggetti più vulnerabili”, ha dichiarato il Garante in una nota.
Quando si sente parlare di meccanismi di profilazione o di punteggio sociale, vengono in mente o la Cina o la puntata Nosedive della terza stagione di Black Mirror, in cui la protagonista compete fino alla disperazione per raggiungere un punteggio che le consenta di entrare nell’élite della società. Tuttavia, sembra che anche alcuni amministratori nostrani vengano affascinati da questi strumenti e provino in vari modi a metterli in pratica.
Per questo il Garante è intervenuto aprendo tre istruttorie, al fine di verificare l’impatto di alcuni progetti sui diritti delle persone. L’Autorità ha anche richiamato tutti gli enti locali a valutare “con la massima attenzione” l’adozione di progetti simili e la necessità di “puntuali valutazioni di impatto”, riservandosi anche “l’adozione di eventuali provvedimenti conseguenti ai risultati delle istruttorie in corso”.
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www.wired.it
2022-06-08 15:45:42