Breve storia della morte

6,49

«La pietra fu usata prima per i sepolcri che per le abitazioni». Con arguzia epigrafica le parole di Miguel de Unamuno riaffermano una verità incisa su millenni di storia umana: la paradossale antecedenza della morte sulla vita. Dalla consapevolezza della fine biologica – stigma della nostra specie – muovono infatti le civiltà per allestire il loro apparato materiale e immateriale, i monumenti che sfidano la caducità, le grandiose visioni religiose che prefigurano l’inconoscibile, i sistemi di pensiero che elaborano il senso della finitezza, i codici morali che regolano la condotta personale e il vivere associato. Senza l’onnipervasività della morte non esisterebbe nulla di tutto ciò. William M. Spellman rende omaggio a questa signoria insieme drammatica e feconda, ripercorrendone i tempi e i modi dal Paleolitico a oggi. Convoca concezioni dell’aldilà e idee di immortalità – incarnata, disincarnata, sociale, ossia affidata al solo ricordo – e reincarnazione, teorie mortaliste, pratiche di congedo dei morenti, culti degli antenati, riti funerari, espressioni del lutto. Ma il grandangolo di Spellman inquadra anche un’assenza. Adesso, nel pieno di una «rivoluzione della mortalità» che ha invertito la spaventosa percentuale di morti premature o violente tipica dell’intera vicenda dell’uomo, è proprio il morire a venire occultato culturalmente. La dilatazione tecnologica del fine-vita espelle l’esperienza della morte dallo spazio domestico e finisce per spezzare il legame di appartenenza tra i vivi e i morti che aveva confortato la nostra fragilità. Negare la morte non ci aiuterà a vivere meglio.

ASIN ‏ : ‎ B00ZRSXTP8
Editore ‏ : ‎ Bollati Boringhieri (25 giugno 2015)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Dimensioni file ‏ : ‎ 1381 KB
Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
Memo ‏ : ‎ Su Kindle Scribe
Lunghezza stampa ‏ : ‎ 292 pagine

Descrizione

Price: 6,49€
(as of Sep 17, 2024 01:30:41 UTC – Details)



«La pietra fu usata prima per i sepolcri che per le abitazioni». Con arguzia epigrafica le parole di Miguel de Unamuno riaffermano una verità incisa su millenni di storia umana: la paradossale antecedenza della morte sulla vita. Dalla consapevolezza della fine biologica – stigma della nostra specie – muovono infatti le civiltà per allestire il loro apparato materiale e immateriale, i monumenti che sfidano la caducità, le grandiose visioni religiose che prefigurano l’inconoscibile, i sistemi di pensiero che elaborano il senso della finitezza, i codici morali che regolano la condotta personale e il vivere associato. Senza l’onnipervasività della morte non esisterebbe nulla di tutto ciò. William M. Spellman rende omaggio a questa signoria insieme drammatica e feconda, ripercorrendone i tempi e i modi dal Paleolitico a oggi. Convoca concezioni dell’aldilà e idee di immortalità – incarnata, disincarnata, sociale, ossia affidata al solo ricordo – e reincarnazione, teorie mortaliste, pratiche di congedo dei morenti, culti degli antenati, riti funerari, espressioni del disgrazia. Ma il grandangolo di Spellman inquadra anche un’assenza. Adesso, nel pieno di una «rivoluzione della mortalità» che ha invertito la spaventosa percentuale di morti premature o violente tipica dell’intera vicenda dell’uomo, è proprio il morire a venire occultato culturalmente. La dilatazione tecnologica del fine-vita espelle l’esperienza della morte dallo spazio mansueto e finisce per spezzare il legame di appartenenza tra i vivi e i morti che aveva confortato la nostra fragilità. Negare la morte non ci aiuterà a vivere in modo migliore.

ASIN ‏ : ‎ B00ZRSXTP8
Editore ‏ : ‎ Bollati Boringhieri (25 giugno 2015)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Dimensioni file ‏ : ‎ 1381 KB
Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
Memo ‏ : ‎ Su Kindle Scribe
Lunghezza nome ‏ : ‎ 292 pagine

1 recensione per Breve storia della morte

  1. Fede

    L’uomo di fronte alla morte, lungo i secoli
    La morte può essere analizzata sotto molti punti di vista differenti: filosofico, religioso, sociale, delle cause prevalenti, delle possibilità di ritardare la morte allungando la vita. E così Spellman, in questa sua “summa”, dedica a ciascuno di tali punti di vista un intero capitolo nel quale riassume la storia di tale prospettiva lungo i secoli. Sono tutte ricostruzioni interessanti e direi che gli aspetti filosofici sono quelli maggiormente esplorati dall’autore.Ho un’osservazione, tuttavia.Ripercorrendo ogni volta i secoli con un diverso punto di attenzione, si perde l’occasione di capire la concorrenza di molti fattori nello stesso periodo. Ad esempio, nel periodo delle pestilenze in Europa, come si sono modificati, il pensiero filosofico, quello religioso, le usanze funebri, ecc? Con l’organizzazione degli argomenti adottata dall’autore rimangono tante storie parallele, e si perde la visione di una singola storia con molti fattori concorrenti.Il libro ha anche un’abbondante bibliografia dove penso di poter trovare interessanti approfondimenti.Chi sta valutando se acquistarlo, tenga presente che il taglio prevalente del libro è quello filisofico, anche se integrato da aspetti storici, sociali e antropologici.

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