Don

3,90

Un alpino in congedo è richiamato alle armi nella Divisione Julia e inviato con l’ARMIR sul gelido fronte russo, dove combatte per tornare a casa dalla sua amata.

È il 1942 e il fiume Don fa da confine a due ideologie in conflitto, dove i soldati italiani sono inviati a combattere. Rinaldo, un uomo comune che ha già servito la sua patria, è uno di loro.
Nonostante la coraggiosa resistenza, i russi sfondano il fronte, costringendo Rinaldo e la sua unità a una tragica ritirata, che segna l’inizio della fine per le forze dell’Asse. Nel frattempo, sua moglie Eleonora dà alla luce il loro primogenito e negli anni successivi continua a sperare nel suo ritorno.
Don è anche sinonimo di “padre” per un ragazzo che diventa uomo cercando la verità sul suo, ancora disperso dopo la fine della guerra.

Dall’editore

Don, romanzo storico, Alberto Battistutti, Campagna di Russia, Alpini, Seconda Guerra MondialeDon, romanzo storico, Alberto Battistutti, Campagna di Russia, Alpini, Seconda Guerra Mondiale

Don | Romanzo storico

Un alpino in congedo è richiamato alle armi nella Divisione Julia e inviato con l’ARMIR sul gelido fronte russo, dove combatte per tornare a casa dalla sua amata.

Don migliore romanzo storico Alberto Battistutti seconda guerra mondiale campagna di Russia alpiniDon migliore romanzo storico Alberto Battistutti seconda guerra mondiale campagna di Russia alpini

È il 1942 e il fiume Don fa da confine a due ideologie in conflitto, dove i soldati italiani sono inviati a combattere. Rinaldo, un uomo comune che ha già servito la sua patria, è uno di loro.

Nonostante la coraggiosa resistenza, i russi sfondano il fronte, costringendo Rinaldo e la sua unità a una tragica ritirata, che segna l’inizio della fine per le forze dell’Asse. Nel frattempo, sua moglie Eleonora dà alla luce il loro primogenito e negli anni successivi continua a sperare nel suo ritorno.

Don è anche sinonimo di “padre” per un ragazzo che diventa uomo cercando la verità sul suo, ancora disperso dopo la fine della guerra.

Estratti dell’opera

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Verso l’ignoto

La colonna della batteria è inserita tra quelle di altri reparti alpini, la cui unione forma un serpentone che si allunga senza soluzione di continuità in direzione est, verso la nuova meta.

In mezzo alla nube di polvere, si va delineando lentamente la sagoma di un veicolo fermo, riconoscibile solo da molto vicino. Le due file di artiglieri si allargano leggermente e gli passano accanto, rallentando la marcia.

Gli uomini si voltano verso il mezzo e smettono di canticchiare, incantati dalla sua vista. È un carro armato KV-1 russo abbandonato, un gigante d’acciaio di quasi sette metri per quarantatré tonnellate. È fuori uso, ma fa paura solo a guardarlo.

Angelo, qualche volta, aveva sentito parlare dell’esistenza di macchine del genere, ma in nessun caso avrebbe pensato di trovarsene una davanti.

Con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, commenta: “Mai visto niente di simile”.

“Né tu, né nessuno di noi” aggiunge Pietro.

Il nuovo mondo

I turni di guardia al caposaldo sulla riva italiana, a metà strada tra i pezzi della Quattordici e il Don, stanno iniziando a farsi sempre più brevi, per la frequente rotazione a cui le vedette vengono sottoposte.

Mario deve battere i piedi sul posto per tenere attiva la circolazione ed evitare che il gelo penetri dagli scarponi chiodati su, lungo le gambe. La mantellina bianca che indossa sopra alla divisa lo fa sembrare un fante dell’Armata Rossa, se non fosse che il tessuto è talmente leggero da avere una mera funzione mimetica.

Ogni qualvolta deve uscire all’aperto per avvicendare un compagno, gli sembra di entrare in un altro mondo, in cui anche il movimento della mandibola per dare l’eventuale allarme diventa impossibile, tanto bassa è la temperatura.

“Chi me l’ha fatto fare?” rimugina in silenzio, mentre il suo pensiero viaggia lontano verso Vittoria, il focolare acceso, l’odore del paiolo con dentro le croste della polenta e, a volte, il suo paesano caduto sotto i mortai greci.

La ritirata

La debole luce di un nuovo giorno mette in mostra la colonna di soldati dell’Asse mentre barcolla disordinata, come un lento serpentone umano alla deriva in un oceano di neve alta e fresca, dove le calzature degli uomini affondano fino a scomparire.

Avanti, ancora, passo dopo passo, verso l’ignoto. I pensieri fissi della casa natia, dei propri affetti, di un pezzo di pane, ormai vengono sempre meno, sostituiti dall’impellente voglia di fermarsi in un posto qualunque, a far riposare le povere membra a cui la steppa ha drenato ogni energia residua.

Qualcuno, in realtà, ci ha già provato, a fare una sosta. Si è seduto qualche minuto a lato della fila principale, ha chiuso gli occhi un istante e lì è rimasto. Per sempre, congelato nel sonno.

L’indomani

Eleonora, seccata dalla solita mancanza di risposte, si dirige fumando verso la bacheca con le fotografie dei soldati, dove tempo addietro ne aveva appesa una. Dalla sua ultima visita di qualche mese prima, le immagini e i biglietti di appello sono aumentati ulteriormente, arrivando a sbordare dal pannello e a tappezzare l’intera parete.

Alpini, fanti, marinai, aviatori, carabinieri… le foto sono variopinte, innumerevoli e tutte di ragazzi ancora dispersi in Russia.

Una delle molte signore presenti, sessantenne vestita di scuro e con lo sguardo cupo, aggiunge al muro la foto del figlio e un biglietto. Dopo averci conficcato sopra una puntina da disegno, la donna si bacia la mano e sfiora un’ultima volta l’immagine del giovane, soffermandosi poi a guardarlo con occhi commossi.

“È il mio piccolo. È in gamba, so che tornerà. Me lo sento”.

ASIN ‏ : ‎ B0BP9RSGJV
Editore ‏ : ‎ Independently published (6 dicembre 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 259 pagine
ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8363123153
Peso articolo ‏ : ‎ 350 g
Dimensioni ‏ : ‎ 13.97 x 1.65 x 21.59 cm

Categoria:

Descrizione

Price: 3,90 €
(as of Sep 28, 2023 03:12:19 UTC – Details)



Un alpino in congedo è richiamato alle armi nella Divisione Julia e inviato con l’ARMIR sul gelido fronte russo, dove combatte per tornare a casa dalla sua amata.

È il 1942 e il fiume Don fa da confine a due ideologie in conflitto, dove i soldati italiani sono inviati a combattere. Rinaldo, un uomo comune che ha già servito la sua patria, è uno di loro.
Nonostante la coraggiosa resistenza, i russi sfondano il fronte, costringendo Rinaldo e la sua unità a una tragica ritirata, che segna l’inizio della fine per le forze dell’Asse. Nel frattempo, sua moglie Eleonora dà alla luce il loro primogenito e negli anni successivi continua a sperare nel suo ritorno.
Don è anche sinonimo di “padre” per un ragazzo che diventa uomo cercando la verità sul suo, ancora disperso dopo la fine della guerra.

Dall’editore

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È il 1942 e il fiume Don fa da confine a due ideologie in conflitto, dove i soldati italiani sono inviati a combattere. Rinaldo, un uomo comune che ha già servito la sua patria, è uno di loro.

Nonostante la coraggiosa resistenza, i russi sfondano il fronte, costringendo Rinaldo e la sua unità a una tragica ritirata, che segna l’inizio della fine per le forze dell’Asse. Nel frattempo, sua moglie Eleonora dà alla luce il loro primogenito e negli anni successivi continua a sperare nel suo ritorno.

Don è anche sinonimo di “padre” per un ragazzo che diventa uomo cercando la verità sul suo, ancora disperso dopo la fine della guerra.

Estratti dell’opera

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La colonna della batteria è inserita tra quelle di altri reparti alpini, la cui unione forma un serpentone che si allunga senza soluzione di continuità in direzione est, verso la nuova meta.

In mezzo alla nube di polvere, si va delineando lentamente la sagoma di un veicolo fermo, riconoscibile solo da molto vicino. Le due file di artiglieri si allargano leggermente e gli passano accanto, rallentando la marcia.

Gli uomini si voltano verso il mezzo e smettono di canticchiare, incantati dalla sua vista. È un carro armato KV-1 russo abbandonato, un gigante d’acciaio di quasi sette metri per quarantatré tonnellate. È fuori uso, ma fa paura solo a guardarlo.

Angelo, qualche volta, aveva sentito parlare dell’esistenza di macchine del genere, ma in nessun caso avrebbe pensato di trovarsene una davanti.

Con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, commenta: “Mai visto niente di simile”.

“Né tu, né nessuno di noi” aggiunge Pietro.

Il nuovo mondo

I turni di guardia al caposaldo sulla riva italiana, a metà strada tra i pezzi della Quattordici e il Don, stanno iniziando a farsi sempre più brevi, per la frequente rotazione a cui le vedette vengono sottoposte.

Mario deve battere i piedi sul posto per tenere attiva la circolazione ed evitare che il gelo penetri dagli scarponi chiodati su, lungo le gambe. La mantellina bianca che indossa sopra alla divisa lo fa sembrare un fante dell’Armata Rossa, se non fosse che il tessuto è talmente leggero da avere una mera funzione mimetica.

Ogni qualvolta deve uscire all’aperto per avvicendare un compagno, gli sembra di entrare in un altro mondo, in cui anche il movimento della mandibola per dare l’eventuale allarme diventa impossibile, tanto bassa è la temperatura.

“Chi me l’ha fatto fare?” rimugina in silenzio, mentre il suo pensiero viaggia lontano verso Vittoria, il focolare acceso, l’odore del paiolo con dentro le croste della polenta e, a volte, il suo paesano caduto sotto i mortai greci.

La ritirata

La debole luce di un nuovo giorno mette in mostra la colonna di soldati dell’Asse mentre barcolla disordinata, come un lento serpentone umano alla deriva in un oceano di neve alta e fresca, dove le calzature degli uomini affondano fino a scomparire.

Avanti, ancora, passo dopo passo, verso l’ignoto. I pensieri fissi della casa natia, dei propri affetti, di un pezzo di pane, ormai vengono sempre meno, sostituiti dall’impellente voglia di fermarsi in un posto qualunque, a far riposare le povere membra a cui la steppa ha drenato ogni energia residua.

Qualcuno, in realtà, ci ha già provato, a fare una sosta. Si è seduto qualche minuto a lato della fila principale, ha chiuso gli occhi un istante e lì è rimasto. Per sempre, congelato nel sonno.

L’indomani

Eleonora, seccata dalla solita mancanza di risposte, si dirige fumando verso la bacheca con le fotografie dei soldati, dove tempo addietro ne aveva appesa una. Dalla sua ultima visita di qualche mese prima, le immagini e i biglietti di appello sono aumentati ulteriormente, arrivando a sbordare dal pannello e a tappezzare l’intera parete.

Alpini, fanti, marinai, aviatori, carabinieri… le foto sono variopinte, innumerevoli e tutte di ragazzi ancora dispersi in Russia.

Una delle molte signore presenti, sessantenne vestita di scuro e con lo sguardo cupo, aggiunge al muro la foto del figlio e un biglietto. Dopo averci conficcato sopra una puntina da disegno, la donna si bacia la mano e sfiora un’ultima volta l’immagine del giovane, soffermandosi poi a guardarlo con occhi commossi.

“È il mio piccolo. È in gamba, so che tornerà. Me lo sento”.

ASIN ‏ : ‎ B0BP9RSGJV
Editore ‏ : ‎ Independently published (6 dicembre 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 259 pagine
ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8363123153
Peso articolo ‏ : ‎ 350 g
Dimensioni ‏ : ‎ 13.97 x 1.65 x 21.59 cm

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