Descrizione
Price: 14,00€ - 13,30 €
(as of Sep 18, 2024 20:24:37 UTC – Details)
Che cosa dovrebbe rendere compatibili, anzi affini, una filosofia politica come l’anarchismo e una ordine scientifica come l’antropologia (culturale, beninteso)? Per Graeber, anarchico e antropologo, sussistono feconde potenzialità di arricchimento reciproco perché entrambe si muovono da molto tempo sulla stessa traiettoria, non solo perché riconoscono la varietà dei modi di pensare propri degli esseri umani, ma anche perché pongono al centro della loro riflessione la questione decisivo del potere. In un mosaico di appunti e spunti deliberatamente incompiuti, l’autore sviluppa la sua tesi partendo dalle enclaves libertarie ed egualitarie presenti in diversi momenti della socialità umana – di cui già parlano antropologi come Marcel Mauss o Pierre Clastres – per arrivare alle forme di contropotere esistenti nel mondo occidentale, e non solo. Viene così abbozzata una ridefinizione dello Stato e delle organizzazioni politiche che apre a considerazioni fortemente innovative sui concetti di dominio, ordinamento, autorità.
Dall’editore
“Se l’antropologia consiste nel fare dell’Altro ciò che rende intellegibili non solo le diverse culture ma la stessa condizione umana, allora David Graeber è un antropologo a tutto tondo. Perché non solo riesce a realizzare questo obiettivo, ma lo raddoppia grazie a uno sguardo critico che parte dai mondi degli altri per capire e spiegare il nostro. E questo è particolarmente vero per Frammenti di antropologia anarchica” – Marshall Sahlins
“Proponendo un’antropologia depurata da ogni prospettiva evoluzionistica, l’autore afferma che in ogni aggregato umano convivono tendenze contrastanti alla conservazione e alla modificazione, che talvolta la modificazione si muove su un piano emblematico e immaginario che non è necessariamente meno efficace del piano reale, e che dunque comprendere attraverso lo studio sistemi di convivenza diversi dal nostro può essere il passaggio fondamentale per uscire dal brutto pasticcio in cui ci siamo andati a cacciare” – Giuliano Milani su Internazionale
David Graeber (1962-2020) è stato uno degli antropologi più innovativi degli ultimi decenni. Dopo aver insegnato a Yale prima (università dalla quale è stato estromesso per il suo impegno politico libertario) e al Goldsmiths College poi, da alcuni anni insegnava alla London School of Economics. Allievo di Marshall Sahlins, ha svolto le sue prime ricerche sul campo in Madagascar, raggiungendo presto un’ampia notorietà internazionale sia come antropologo sia come attivista politico. È stato infatti uno dei più noti esponenti di Occupy Wall Street e del Global Justice Movement, posti di osservazione privilegiati per studiare nel vivo dell’azione le pratiche democratiche dei nuovi movimenti sociali. Autore di numerosi saggi, con elèuthera ha pubblicato L’illusione pirata di Libertalia (2021), Frammenti di antropologia anarchica (terza edizione 2020) e Oltre il potere e la burocrazia. L’immaginazione contro la violenza, l’ignoranza e la stupidità (2013).
Editore : Elèuthera (1 ottobre 2020)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 136 pagine
ISBN-10 : 8833020835
ISBN-13 : 978-8833020839
Peso articolo : 180 g
Dimensioni : 12.8 x 2.5 x 19.4 cm
Beppe –
Regalo
Regalo, chi lo ha ricevuto è stato molto soddisfatto
Matteo –
Fondamentale
L’ultimo capitolo sul lavoro è fondamentale.
Giulia Chakkalakal –
Graeber rules
Libro splendido, davvero “rivoluzionario”. L’autore riesce a sintetizzare in maniera semplice e lineare decenni di antropologia e ad offrire una prospettiva fuori dagli schemi. Niente a che vedere con i soliti polpettoni accademici volutamente criptici e inconsistenti. Prodotto arrivato in tempo e in eccellenti condizioni.
Luigi –
Un libretto interessante
Un piccolo libretto ma con diversi spunti interessanti. Un antropologo, uno scienziato, interessato a mettere in luce gli elementi anarchici della vita dell’uomo.
Kairos –
sano realismo utopico/2
un libro di sano realismo, finalmente.solo l’utopia è futuro, l’unico realismo possibile e necessario.senza futuro c’è qualcosa ?