Descrizione
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La vocazione letteraria di Marcel Proust (Parigi, 1871-1922) si è orientata e precisata a contatto con il mondo di signore e signori dell’alta società parigina che poté a lungo frequentare, quello stesso mondo che sarebbe arrivato a fornirgli personaggi, ambienti e storie dello straordinario ciclo irreale della Recherche. Questo volume aggrega tutti gli scritti dedicati ai salotti letterari di cui Proust – cronista mondano per «Le Figaro» – è stato uno dei protagonisti; al punto che André Gide, che avvertì sempre il rimorso di avere rifiutato la pubblicazione per la «Nouvelle Revue Française» del primo volume della Recherche, arriverà a scrivergli scusandosi: «Per me eravate rimasto quello che frequentava le signore X e Z… Vi credevo uno snob, un mondano dilettante». D’altra parte, se è vero che da questi resoconti giornalistici allo stile maturo della Recherche il salto è indubbiamente grande, non mancano già qui alcuni dei motivi che hanno fatto di Proust uno dei più grandi scrittori francesi di ogni tempo. Inoltre, le colorite descrizioni delle stanze, dei rituali e degli avventori di quel mondo affascinante e impenetrabile, le cui figure di spicco sono i membri della nobiltà parigina e i dandy della capitale francese – tra cui l’amico Robert de Montesquiou, di cui riportiamo in fondo al volume il bellissimo ritratto a tutto tondo –, conservano un valore anche documentario, a testimonianza di un mondo oggi quasi inverosimile, certamente irripetibile, che di lì a non molto sarebbe stato spazzato via dalla Prima guerra mondiale.
Editore : Passigli (19 maggio 2022)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 128 pagine
ISBN-10 : 8836819257
ISBN-13 : 978-8836819256
Peso articolo : 130 g
Dimensioni : 12 x 1.1 x 18.5 cm
Fabio Ravaioli –
Piacevolissime cronache mondane del giovane Proust
Certo, sarà di sicuro un Proust prima di Proust questo giovane e mondanissimo snob salottiero che scrive su Le Figaro preziosi elzeviri e cronache dannunziane tese a tessere le lodi di un mondo fatuo e aristocratico: quello stesso di cui, di lì a poco, farà piazza pulita la Prima Guerra Mondiale.Il giovane Proust non è di sicuro il grande Balzac , a titolo di esempio, dell’ammiratissimo “I Segreti della Principessa di Cadignan” , in cui il grande Honoré descrive da par suo quello stesso mondo con magistrali e grandiose pennellate.Eppure questi pezzi d’occasione si leggono con immutato piacere: eccome!La prosa è ricca ma non ampollosa, preziosa ma ironica, guizzante di intelligenza e metafore mai peregrine, ricca di tratti arguti e sapienti che ricordano il tocco veloce di Boldini.Col senno di poi, il lettore vibra di commozione incontrando qua e là nomi che nella Recherche diverranno epici: i Greffhule, i Castellane, i Bibesco o, sempre e solo nella parte di sé stessa, la buona Principessa Mathilde.O ritrovando l’insolito e tipico saluto Guermantes in chi si inchina, proiettando subito dopo il corpo all’indietro tanto quanto era stato poc’anzi inclinato in avanti, ritrattando, per doveroso contrappasso, l’apparente cerimoniosa compunzione.O ancora, di fronte al paragone ornitologico, doveroso per le donne-uccello del Faubourg Saint-Germain, che diverrà quasi il leitmotiv di Oriane, vaporosa nel suo piumaggio color “mauve” dentro il nido della sua fastosa “baignoire”.Commovente è, soprattutto, il conclusivo ritratto critico di Montesquiou, il grandioso futuro estenuato esteta Des Esseintes di “A Rebours ” nonché Barone Charlus della Recherch: il Professeur de Beauté cui Proust riserva un sincero ed entusiastico encomio.