Descrizione
Price: 27,00 €
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Il libro indaga l’economia di Roma arcaica (dall’VIII agli inizi del IV secolo a. C.) in una originale prospettiva antropologica, evitando di proiettare sull’antico i paradigmi dell’economia moderna, ma facendo emergere – tramite un esame dettagliato delle testimonianze antiche – il sistema di logiche, credenze, pratiche culturali che la società romana dovette elaborare nei primi secoli della sua storia al fine di organizzare le sue forme di produzione, scambio e consumo dei beni materiali. L’economia romana di età arcaica si configura così non come una versione meno riuscita di quella tipica degli Stati occidentali moderni, ma come un peculiare, originale – e tutt’altro che rozzo – risultato della capacità dei Romani di costruire modelli di comportamento, tecniche, istituzioni in grado di garantire nel tempo la sussistenza della loro comunità.
Editore : Il Mulino (3 novembre 2011)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 385 pagine
ISBN-10 : 8815150749
ISBN-13 : 978-8815150745
Peso articolo : 322 g
Dimensioni : 21.5 x 2 x 13.5 cm
Fabulous fab –
Roma arcaica e l’ideologia del potere economico
E’ un saggio appassionante e ben documentato l’opera firmata da Cristiano Viglietti come indagine antropologica sulle visioni filosofiche, sulle logiche, sulle credenze e sulle pratiche economiche, che – secondo l’autore – nella Roma arcaica dall’VIII al V sec. aC finirono per definire e organizzare le forme di produzione, scambio e consumo dei beni nella città dei Re, poi in quella repubblicana dei Consoli. Viglietti sostiene – val la pena di dirlo subito, senza perifrasi – che non furono gli equilibri di forze, gli interessi economici, le gerarchie di potere, le alterne vicende della lotta di classe a produrre storie, cronache, miti, fabulae sul possesso delle terre, sull’agricoltura, sull’alimentazione ai primordi dell’Urbe. Ma che, al contrario, furono le forme psicologiche, la tradizione e la religione, cioè la cultura – come strutture – a fondare un’infrastruttura economica essenzialmente agricola che venne creata, organizzata e gestita secondo i valori morali tradizionali della “paupertas” e della “modestia”, della parsimonia” e della “moderatio”, della “dignitas”, della “continentia” e della “temperantia”. Per gli storici, gli archeologi, i filologi, che da secoli hanno cercato di demistificare o relativizzare questi principi morali, ricollegandoli alla dominante ideologia aristocratica, nonchè alle esigenze di ferreo controllo delle classi subordinate, Viglietti oppone l’etichetta di “ipercritici”. Ma soprattutto una brillante e spesso convincente collazione di sentenze, giudizi, dichiarazioni e frasi fatte di importanti ed autorevoli autori romani. Non tutti, però, di età arcaica. E l’impiego storiografico degli “exempla” – i grandi uomini del passato che pur potendo cumulare ricchezze come condottieri non abbandonarono la loro penitenziale frugalità di possedimenti, ricchezze, consumi – produsse chiaramente dei “pattern” (modelli) che l’ideologia aristocratica e latifondista sfruttò per regolare i suoi conti con le istanze, le insoddisfazioni ed il malcontento dei meno abbienti. Che Cincinnato, Furio Camillo, Gaio Fabrizio, Manio Curio Dentato e tanti altri preferissero (secondo le fonti…) mangiare male e vestire peggio pur di onorare la virtù dei padri o la tradizione, mentre le “gentes patriciae” senza freni e senza un minimo senso del decoro, è una circostranza storica alla quale Viglietti sembra dar una attenzione molto minore di quella prestata finora allo stesso problema dalla maggioranza degli studiosi. Ma – vale la pena di sottolinearlo ancora con chiarezza e determinazione – l’autore non ha voluto scrivere una storia dell’economia arcaica di Roma. Ma una antropologia economica. Il che, secondo i punti di vista, può essere un po’ di meno o un poco di più. La differenza – se il lettore ci consente la similitudine – somiglia molto a quella che Blaise Pascal nella prova ontologica di Sant’Anselmo sull’esistenza di Dio. “Siccome tutti i popoli da sempre credono a uno o a più dei, vuol dire che un Dio esiste”. Il gelido Biagio obiettò che al massimo e tutto al più, il teologo medioevale aveva dimostrato l’esistenza di una qualche idea di Dio. Con l’economia della Roma arcaica – tema oscuro e povero di riscontri archeologici – Cristiano Viglietti dà dunque l’impressione di cadere nello stesso equivoco del religioso aostano. Più che l’economia, descrive, studia ed analizza magistralmente la sfera intellettuale del pensiero economico della Roma arcaica. Ed ovviamente – va detto – in base alle costruzioni mitografiche ed ideologiche elaborate dalla ricca e potente classe dominante…
federico64 –
Ottimo volume
Ottimo volume,usato per studi universitari