Descrizione
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Le ultime scoperte archeologiche (monete e ceramiche carolingie nei paesi scandinavi e britannici), risalenti a pochi anni fa, attestano nuove vie percorse e nuovi mercati cresciuti soprattutto nel Nord dell’Europa e nei paesi anglosassoni. Mentre lo storico Pirenne negli anni Trenta attribuiva un livello di base all’economia europea medievale, gli storici dei nostri giorni, primo tra essi Verhulst, sottolineano nell’età carolingia la crescita di una fitta rete di centri urbani che indusse lo sviluppo economico europeo e non esitano a parlare di surplus destinato allo scambio, di politica economica e riforma monetaria, di economia delle corti e dei monasteri e di investimenti imperiali per il controllo delle vie di accesso ai mercati.
Editore : Salerno Editrice (1 maggio 2004)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 209 pagine
ISBN-10 : 8884024420
ISBN-13 : 978-8884024428
Peso articolo : 358 g
Pietro –
Consigliato
Spedizione rapida come sempre, imballaggio perfetto.
danielepiacenza –
Opera fondamentale, traduzione da ragionare
Un libro fondamentale per lo studio del periodo. Purtroppo la traduzione non ottimale richiede qualche “correttivo” da parte del lettore (es. “maniero” è usato come traduzione di “manor”, che è invece la curtis bipartita). Introduzione del Prof. Barbero.
Fabio Daziano –
Ottimo manuale introduttivo all’economia carolingia
Ottimo libro, fondamentale in un campo cruciale come l’economia in un periodo altrettanto cruciale come l’epoca carolingia. Verhulst ci accompagna in una tanto breve quanto densa redazione sul mondo materiale, commerciale e produttivo dell’Europa carolingia, illustrando teorie, dibattiti passati sull’argomento.Però mi tocca mettere 4 stelle, in quanto il traduttore, dall’inglese, ha tradotto “manorial” in “maniero” invece che in “curtis”, una parola fondamentale che compare centinaia di volte e che rende difficoltosa la comprensione; altra piccola nota, certe abbazie sono state trascritte come compaiono in francese: cosa assolutamente giusta la maggior parte delle volte, ma sarebbe stata qualche volta preferibile la traduzione, ad esempio, di St. Gall in San Gallo. Da segnalare inoltre un’altra piccola svista, cioè a p. 135, in cui Ostmark (marca orientale, grossomodo l’attuale Austria) è resa Osmark (mentre in altre pagine è mostrata la parola corretta). Eccetto questi accorgimenti, manuale assolutamente consigliato.