Descrizione
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(as of Sep 27, 2023 18:22:18 UTC – Details)
“Ed attraverso il vetro della finestra grigi pensieri fumiganti ad inseguire il mare, Santa Lucia ristretta nelle spalle, le mani in tasca, ad ascoltare il silenzio del suo silenzio, le raffiche del vento che veniva, e queste foglie ritorte nella strada, dentro l’asfalto. Dalla strada solitudine graziosamente se ne discende al mare, con gozzi malandati, luci sfrangiate, e navi in lontananza, punta della Campanella, e Capri, la gran massa di Capri distesa a ricordare, estranea alla città come torre indecifrata, vicina sì, quanto vicina, e lontanissima, pure, con storie scolorite d’imperatori e donne, con cargo tremolanti dell’Oriente e dell’Africa, e granaglie, carichi di mais, ferro, sabbia dorata”.
Si apre così Malacqua, il noto romanzo – forse il più bel libro su Napoli – che Nicola Pugliese scrisse nel 1976 e che a suo tempo fu pubblicato da Einaudi dopo il parere entusiasta di Italo Calvino. Il libro non si ristampa da allora. Da molti anni, infatti, circola solo in fotocopia fra gli appassionati, e le pochissime copie disponibili, ormai veri e propri oggetti di culto, sono contesissime dai bibliofili.
Stando ai fatti, Malacqua è la cronaca di quattro giorni di temporale nella città di Napoli. Il maltempo non provoca soltanto crolli e frane. Nell’incertezza ostile della temporale, ecco moltiplicarsi eventi inusitati, prendere corpo presagi e neri ammonimenti. Le «voci» misteriose di Castel dell’Ovo, l’enigma di tre bambole, il mare di via Caracciolo che insegue gli scugnizzi nei «bassi», le monetine da cinque lire che suonano: la paura crea l’attesa di un Accadimento straordinario.
Quale sarà quest’evento assurdo, irragionevole, capace di frantumare le prospettive stesse della vita?
È Napoli la vera protagonista di Malacqua. Per le antiche strade, i quattro giorni di temporale alimentano una suspense da libro «giallo», applicata alle ragioni dell’esistenza.
Della tradizione letteraria meridionale Pugliese riprende e rinnova gli umori sanguigni, il gusto del fantastico, trattandoli con una consapevolezza lucida, e fin crudele.
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