Descrizione
Price: 7,38 €
(as of Aug 28, 2024 04:46:56 UTC – Details)
Editore : Reclam Philipp Jun. (4 febbraio 2015)
Lingua : Italiano, Tedesco
Copertina flessibile : 228 pagine
ISBN-10 : 315019881X
ISBN-13 : 978-3150198810
Peso articolo : 126 g
Dimensioni : 9.5 x 1.5 x 14.7 cm
Ferdinando Wild –
Bel libro
A mia figlia è piaciuto molto
Masmic –
Scolastico
Utile A livello scolastico
lorenzo de cristofaro –
Riassunto
Autore: Fabio GedaTitolo: Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari.Genere: Narrativo/RomanzoPersonaggio principale: Enaiatollah Akbari.Descrizione: Enaiatollah è un ragazzino afghano di etnia hazara, vive a Nava con sua mamma e i suoi due fratelli. Ha circa dieci anni (non si sa esattamente, visto che non è registrato all’anagrafe).Viene abbandonato dalla madre per allontanarlo dall’Afghanistan, luogo troppo pericoloso per una bambino. Suo padre è morto quando aveva sei anni. Gli piace andare a scuola e giocare con i suoi amici a “Bazul-bazi”, un gioco simile ai dadi o alle biglie che si fa con un osso squadrato tolto dalla zampa della pecora.Personaggi secondari: i genitori, Sufi, Danila e Marco.DescrizioniI genitori: la madre è una donna sola che deve portare avanti una famiglia in un paese dove c’è la guerra da trent’anni. Il padre è un camionista al servizio dei talebani. Durante uno dei suoi viaggi viene assalito da un gruppo di banditi che gli rubano la merce e lo uccidono. I talebani vogliono essere risarciti e chiedono alla madre di dargli i figli per metterli al loro servizio. La madre, disperata, scava una fossa vicino all’orto delle patate, così ogni volta che i talebani vengono loro si possono nascondere.Sufi: è un ragazzo timido ma audace. Enaiatollah lo incontra in Pakistan e dal quel momento diventano compagni d’avventura.Purtroppo si dividono perché Sufi decide di rimanere in Iran.Danila e Marco : vivono a Torino e sono i genitori adottivi di Enaiatollah. Danila era un’assistente sociale del comune. All’inizio Ena era in affidamento poi viene adottato. Hanno due figli Francesco e Matteo.Dove è ambientata la vicenda?La vicenda è ambientata in più posti : Afghanistan, Pakistan, Iran, Turchia, Grecia, Italia.Quando è ambientata la vicenda?La vicenda è ambientata circa venti anni fa (nel 1990 circa).RiassuntoQuesto romanzo racconta la storia di Enaiatollah, un ragazzino afghano di dieci anni che viene abbandonato dalla madre dopo un viaggio di tre giorni, dall’Afghanistan al Pakistan. La madre è costretta a farlo perché Enaiatollah è troppo grande per la buca delle patate utilizzata come nascondiglio e pertanto ha poche possibilità di sfuggire ai talebani. La notte, terza ed ultima prima dell’abbandono, la madre nel compiere questo gesto d’amore gli fa tre raccomandazioni : non usare le droghe, non usare le armi e non rubare.Quando il mattino Enaiatollah si sveglia e cerca la madre non trovandola chiede notizie al portinaio del dormitorio che gli risponde che è ritornata a casa. Il ragazzino ci rimane un po’ male ma ora deve trovare il modo di andare avanti e per prima cosa gli serve un lavoro così riesce a convincere il portinaio ad assumerlo per aiutarlo a gestire l’albergo. Dopo tanti giorni di lavoro, al ristorante incontra un signore che gli propone di lavorare per lui. Egli gli comprerà la merce e lui la venderà . Enaiatollah accetta la proposta. Il giorno dopo per le strade del Pakistan si mette a lavorare. Continua così finché non conosce un gruppo di ragazzini che vogliono partire per arrivare in Iran e lui si unisce a loro. Tra questi ragazzini c’è anche Sufi. Dopo una settimana vengono assunti come muratori in un cantiere. Una volta, ad un controllo della polizia, ha rischiato di essere rispedito in Afghanistan. Cosa che gli è successa per due volte durante il suo viaggio. Il suo amico Sufi decide di andare a Qom e Enaiatollah, dopo qualche giorno, lo raggiunge. Nel cantiere li pagavano bene e il venerdì era il loro unico giorno libero (infatti andavano a giocare al pallone). Enaiatollah conosce un altro gruppo di ragazzini che gli propongono di andare in Turchia. Lui accetta mentre Sufi decide di rimanere in Iran. Hanno attraversato a piedi le montagne per ventisette notti. Poi sono stati tre giorni nel cassone di un camion con doppio fondo alto cinquanta centimetri. Arrivati finalmente in Turchia hanno cercato lavoro ma con scarsi risultati. Enaiatollah e alcuni dei suoi amici partono per la Grecia. Per arrivare questa volta hanno usato un vecchio gommone e dei remi. Durante il viaggio in mare uno dei suoi amici cade in acqua e nonostante vari tentativi non riescono a salvarlo. Un suo amico diceva che in mare c’erano i coccodrilli. Nessuno ci credeva ma a Enaiatollah gli è rimasto questo dubbio. Dopo qualche giorno arrivano ad Atene, dove ha incontrato un amico che gli ha detto che se voleva rimanere gli serviva âil permesso di soggiornoâ cosa che in Grecia non avevano. Così si sono imbarcati da clandestini in un camion senza sapere quale fosse la meta. Arrivano in Italia a Venezia. Ma a Enaiatollah interessava Roma e la raggiunse. Lì parla al telefono con un suo vecchio amico, Pajama, che gli dice di raggiungerlo a Torino. Dopo aver preso l’autobus i due si incontrano e vanno a fare colazione. Dopo una lunga passeggiata cercano una sistemazione per Enaiatollah. Pajama non lo poteva ospitare così lo accompagna all’Ufficio minori stranieri senza risultati quindi si rivolse ad un altro amico e gli chiese se lo poteva ospitare. Lui accetta e così vi rimane per tre giorni. Allora Pajama chiama Danila, una donna italiana che lavorava nei Servizi Sociali del Comune. Le chiese se poteva ospitare Ena da lei finché non avrebbe trovato una sistemazione migliore. A casa di Danila si stava bene, ed aveva avuto modo di conoscere la sua famiglia, formata da Marco, il marito, Francesco e Matteo, i loro figli. Lui per non fare brutte figure ricopiava esattamente ogni loro gesto. Dopo alcuni giorni trascorsi insieme, Ena trovò un posto all’Ufficio minori stranieri. Dopo un mese chiede di poter vedere Danila, così i due si incontrano e vanno a fare una passeggiata e lui gli raccontava (nella sua lingua) che quel posto non gli piaceva. Danila allora gli chiese se volesse tornare a casa sua e lui accetta. Dopo due anni che viveva a Torino finalmente lo chiamarono per vedere se potevano dargli il âpermesso di soggiornoâ.Enaiatollah li ha convinti mostrandogli un quotidiano che racconta di un bambino che ha ucciso in Afghanistan una persona. Il ragazzino gli dice che se rimaneva in Afghanistan poteva essere o ucciso o poteva essere quel bambino. Alla fine Enaiatollah ha trovato una nuova famiglia e ha scoperto che nel mare non ci sono i coccodrilli.Il mio commento.Questo libro mi è piaciuto molto perché, a differenza degli altri, l’autore e il protagonista parlano insieme per raccontare una storia. Come forma è scritto bene ed è molto scorrevole. Non riesco a credere che un bambino della mia età abbia lottato così duramente e da solo per ottenere la libertà .Messaggio dell’autore.In questo libro l’autore racconta di un bambino che ha fatto dei grandi sacrifici per cambiare il destino della sua vita. E’ stato anche fortunato perché molti altri bambini non ci sono riusciti. Il libro, oltre a raccontare una storia, vuole far capire a noi bambini italiani che siamo fortunati perché possiamo realizzare i nostri sogni grazie ai genitori e alla società nella quale viviamo.
angelescu paul adrian –
Libro
Molto interessante
maurizio –
Ottimo
Ottimo
Cliente Amazon –
Scritto troppo piccolo
Comprato per mio figlio che lo aveva come lettura a scuola, ma è troppo piccolo e scritto minuscolo. 3 stelle perchè cmq costa poco
Vani (lettrice da spiaggia) –
Encomio alla Mamma di Enaiat, la vera eroina della storia
Il racconto narra delle vicende di Enaiatollah, bambino afghano che, fra mille peripezie, nei ultimi anni ’90 sfugge all’ira perversa dei talebani e, attraverso un viaggio spezzettato su più anni e intriso di mille difficoltà , giunge in salvo in Europa e trova finalmente asilo in una città italiana. E’ una storia esemplare, non a caso il libro è in lettura in moltissime scuole d’Italia, perché i ragazzi si rendano conto del destino infame di alcuni, parecchi, loro coetanei alle prese con persecuzioni, guerre, fughe, lavoro minorile, malattie….ogni brutta cosa che possa venire in mente. Enaiat è un ragazzino formidabile, intelligente, caparbio, resistente ad ogni difficoltà e probabilmenbte geneticamente dotato di un fisico molto robusto. Più volte durante la lettura mi sono chiesta cosa ne sarebbe stato di lui non solo se avesse avuto la fortuna di nascere in un posto migliore ma anche se avesse avuto la sfortuna, ancor maggiore di quelle che gli sono capitate, di avere una mamma meno attenta, intelligente, coraggiosa: per me non c’è dubbio, la vera eroina della storia è lei, che con estremo amore conduce il suo bambino appena decenne oltre confine e lì lo “abbandona”, affidandolo alla sorte e ai decisi insegnamenti che in quei pochi anni di vita (o in una sola notte, l’ultima) è riuscita a trasmettergli. Credo che il successo del ragazzo a fronte di tutti i pericoli e la cattiveria del mondo si deva a questo, soprattutto: al nucleo di amore che la mamma ha creato per lui, all’onestà che gli ha insegnato, alla pulizia morale che gli ha trasmesso.Ora Enaiat è a tutti gli effetti un ragazzo italiano e, insieme a Fabio Geri che ha raccolto il racconto della sua vita, ha portato in giro la sua testimonianza. Personalmente spero che la sua storia raggiunga quante più persone possibile e si diffonda sempre più nel nostro Paese (che figura così bene nel libro, attraverso alcuni personaggi davvero positivi, ma che sappiamo bene avere ampie sacche di intolleranza e rifiuto) la conoscenza dei flussi migratori dai Paesi meno fortunati del nostro e delle loro vicende.
susanna bassano –
niente lacrime…garantito !
, se tu fossi un afghano dell’etnia sbagliata, se a 8/9 anni tua madre ti lasciasse in un paese straniero con solo dei buoni consigli ma neanche un soldo in tasca e questo paese fosse una città pakistana, quante possibilità avresti di riuscire da solo a cavartela ed approdare in Italia attraversando due continenti?. Io, penso, nessuna.Ma questo ragazzino ce la fa e ci racconta dei compagni persi e di quelli ritrovati, del lavoro massacrante in nero in Iran come in Grecia, delle partite di pallone e del mare attraversato con uno di quei gommoni che regaliamo ai nipotini.Un racconto che ti racconta, non ti vuole commuovere, vuole farti sapere com’è nascere nel posto sbagliato e riuscire a ribaltare un destino apparentemente segnato.Lui ce l’ha fatta, uno dei pochi.Una bellissima lettura e complimenti a Fabio Geda che ha saputo raccogliere questo racconto con cura e pochi acuti commenti senza intervenire nel contesto.
Amazon Kunde –
Wie alle Bändchen dieser Reclam Texte in Italienisch gab es keine Verständnisprobleme in der Lernstufe B1. -Die Problematik der Handlung ist erschütternd und man denkt noch lange darüber nach.
Mireille CHastagner –
Una storia vera, raccolta da Fabio Geda, giornalista,e anche educatore in un centro di recupero per minori.Enaitollah Abkari,un bambino afgano hazara,fu condotto fuori del Afghanistan da sua madre,perché era diventato troppo pericoloso vivere nel loro paese. Il ragazo ha 10 anni quando si ritrova solo, abbandonato alla sua suerte ed a un futuro di prove incredibili.E allora commincia l’avventura ,in Pakistan,Iran,Turchia,Grecia e finalmente Italia. Lavori pesanti per sopravvivere, paura, fame, pericoli , pero anche amicizia con altri fuggenti.La sua innocenza,la sua ingenuità di bambino,resi con maestria nelle scrittura, l’aiuteranno a vincere , assieme con alcuni incontri fortunati .
UK music reviews –
Just when the Daily Mail had a large percentage of Brits hating all people from a muslim country, a book like this will, hopefuly; reach some of them in time! A brave young boy leaves his home for a better life and put a smile on my face and a little happy tear 😉
stephen baietti –
Dear Amazon,The copy is so so small. It is the smallest book I have ever got. Print is so tiny and difficult to read. Is there a italian version that is a more normal size???Please advise,Thank you,Stephen
Smiti –
Im Meer sind KrokodileEin überaus beeindruckendes Buch mit dem ernsten Thema Flucht aus einem Gebiet, in dem man nicht mehr leben kann. Trotz des Ernstes des Themas ist es nicht bedrückend, manchmal auch humorvoll – jedenfalls wertvoll und lesenswert.