Descrizione
Price: 8,39€
(as of Sep 12, 2024 05:10:48 UTC – Details)
Mistero, relazione, interconnessione, crea-tività, stupore, amore: queste potrebbero essere le parole chiave del nostro nuovo (e al tempo stesso antico) vocabolario post-teista, quelle che potrebbero garantirci la nostra sopravvivenza sul pianeta, quelle che potrebbero aiutarci a voltare pagina. Parole che tornano più volte nei capitoli di questo volume, che raccoglie gli interventi pronunciati – ma rivisti, ri-meditati e ampliati – durante il primo incontro internazionale legato al nuovo paradigma post-teista, organizzato il 2 aprile 2022 da Gabrielli editori, in collaborazione con Adista e Officina Adista, intorno al tema “Quale Dio? Quale cristianesimo? La necessità di ripensare la fede”.
A rispondere ai due interrogativi – nel quadro di quella che appare come la metamorfosi culturale più profonda di tutta la storia dell’umanità – sono teologi e teo-loghe, preti, rappresentanti di gruppi e comunità cristiane di base, scienziati. Con molte diverse sfumature (e persino alcuni punti chiaramente divergenti) ma con una comune convinzione: che, di fronte alla scelta tra un cambiamento radicale – attraverso una imprescindibile decostruzione dell’esistente – e l’arroccamento sulle posizioni tradizionali, è la prima alternativa l’unica che sembra capace di futuro. E l’unica su cui vale la pena scommettere, non solo riconoscendo l’importanza di una caccia spirituale svincolata da ogni pretesa di verità, ma anche andando in cerca di un nuovo significato dei termini “credere” e “Dio”.
ASIN : B0BLXGMH9M
Editore : Gabrielli Editori (9 novembre 2022)
Lingua : Italiano
Dimensioni file : 1263 KB
Da testo a voce : Abilitato
Screen Reader : Supportato
Miglioramenti tipografici : Abilitato
Word Wise : Non abilitato
Memo : Su Kindle Scribe
Lunghezza periodico : 243 pagine
Red –
apprezzo maâ¦
Lodo la loro ricerca il loro coraggio il loro gettarsi oltre gli ostacoli ma⦠Ma mi preoccupa la loro intolleranza la loro sicurezza il loro appoggiarsi troppo alla scienza senza averne alcun riscontro certo. Quel loro fastidio del dogma del catechismo e quel loro insistere su Bonoeffer lo abbiamo fatto nostro da sessantâanni e non mi sembra una grande novità . à dai tempi del modernismo e dalla Critica delle forme e della lettura storico critica della Bibbia che nel mondo cattolico più avveduto che si ragiona così. La religione è âuna culturaâ non unâimposizione di dogmi lo sappiamo da anni. Quindi si evolve senza tuttavia demonizzare il passato. Ma quale è il difetto principale di questi professori? Sono due anzi. Il primo è che scambiano la crisi della religione con la crisi del cattolicesimo occidentaleâ non sapendo o per lo meno non accennando nulla proprio nulla del dibattito odierno allâinterno dellâortodossia dellâodierno giudaismo e della cultura islamica di oggi. Ed è gravissimo per degli studiosi di antropologia religiosa. Il secondo è che non offrono alcuno strumento per comunicare le loro conclusioni alle comunità credenti. Che secondo loro dovrebbero intendersi di fisica quantistica e di filosofia moderna per gettare al macero le immagini che hanno finora popolato la loro mente. Ma è soprattutto il nodo centrale del dibattito a non venire approfondito. E cioè il valore del mito, del segno, del simbolo e del rito. Fondamentale oggi per accostarsi non solo alla religione ma allâarte e ad ogni evento del cammino civile. Ultimo appunto. Ci andrei piano col prendere sotto gamba la straordinaria operazione dei padri del IV-V secolo nellâusare la filosofia laica greca allo scopo di trovare un varco nelle proposte dei Vangeli giovannei.