Il 5 ottobre, all’età di 28 anni, è deceduto Sammy Basso, inventore insieme ai suoi genitori dell’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso (Aiprosab). Nel corso della sua vita ha contribuito a far conoscere la progeria, patologia che gli era stata diagnosticata a due anni e qualche mese, divenendo già all’età di dieci anni testimone di Aiprosab. Vediamo che cos’è questa malattia, come si manifesta e quali sono le sue cause a livello molecolare.
Una malattia rara
La progeria esiste in realtà in diverse forme, quella che era stata diagnosticata a Sammy Basso è la progeria di Hutchinson-Gilford, o Hutchinson-Gilford Progeria Syndrome (Hgps). Si tratta di una malattia genetica rarissima, che, secondo quanto riportato sul sito di Aiprosab, colpisce circa una persona ogni 8 milioni di nuovi nati. È dovuta a una specifica mutazione del gene Lmna, che codifica per una proteina nota con il nome di Lamina A. Quest’ultima, insieme ad altre proteine, svolge un ruolo importante nella formazione della cosiddetta lamina nucleare, che serve a mantenere inalterate la forma e le funzioni del nucleo cellulare, il compartimento che ospita il Dna. Il gene Lmna mutato codifica per una forma aberrante della Lamina A, portando alla deformazione del nucleo e all’alterazione del modo in cui il genoma viene normalmente organizzato al suo interno.
Come si manifesta la progeria
La progeria di Hutchinson-Gilford prende il nome dai due medici inglesi che descrissero la malattia per la prima volta nella seconda metà del 1800. La parola “progeria” deriva dal greco e significa “prematuramente anziano”, ad indicare la precocità dell’invecchiamento a cui è soggetto chi presenta la mutazione del gene Lmna che causa la patologia.
Tipicamente la progeria si manifesta infatti nei primi due anni di vita con segni di invecchiamento prematuro, fra cui perdita dei capelli, rigidità delle articolazioni, assottigliamento della pelle.
In generale, si legge ancora sul sito di Aiprosab, la progeria causa un precoce invecchiamento di tutte le cellule del corpo, ad eccezione delle cellule nervose. La malattia non compromette infatti le funzioni cognitive di chi ne soffre. Causa invece problemi di osteoporosi e artrite, un ritardo nella crescita e soprattutto problemi al cuore e ai vasi sanguigni, che sono spesso causa di morte precoce.
La investigazione e le cure
Attualmente non esistono cure risolutive per la Hgps e per le altre forme di progeria. Nel 2022, però, sia Ema (European Medicine Agency) che Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) hanno approvato l’utilizzo di un farmaco che contiene il principio attivo lonafarnib per il trattamento della progeria. Nel corso di studi clinici effettuati su bambini malati di progeria, si legge ancora sul sito di Aiprosab, il lonafarnib si sarebbe dimostrato efficace nel migliorare i sintomi della malattia. Il farmaco sembra inoltre essere in grado di prolungare di circa due anni l’aspettativa di vita media di questi pazienti. Altri farmaci sono in fase di studio.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2024-10-07 12:43:57 ,