Author: Giuseppe Guastella
Data : 2023-01-02 21:37:40
Dominio: www.corriere.it
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I loro nomi compaiono agli atti dell’inchiesta sulle ingerenze del Qatar e del Marocco nei confronti del Parlamento europeo
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES — La magistratura belga chiede al Parlamento europeo di rimuovere l’immunità che protegge l’italiano Andrea Cozzolino e l’italo-belga Marc Tarabella, entrambi del gruppo Socialisti & Democratici, coinvolti nell’inchiesta sulle ingerenze di Qatar e Marocco nell’attività dell’assemblea.
Potrebbe essere il punto di svolta per chiudere un capitolo delle indagini oppure per cominciare a scriverne di nuovi, se è vero che la richiesta non troverà ostacoli: la stessa presidente Roberta Metsola si è precipitata ad assicurare che «i responsabili» non avranno vita facile in Parlamento ancor prima che l’assemblea prenda una decisione votando. È il sintomo di quanto l’inchiesta stia devastando l’istituzione elettiva continentale.
Nota ufficiale
A dare la notizia non è il solito lacunoso, ma sempre puntuale, comunicato della Procura federale. Stavolta a farsi carico di dire agli elettori europei cosa sta accadendo è una nota ufficiale del Parlamento che annuncia come Metsola abbia avviato una procedura urgente per valutare la richiesta di rimuovere le due immunità.
A differenza che in Italia, dove si chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare per fare una perquisizione, per intercettarlo o, nei casi più gravi, per arrestarlo, le leggi europea e belga prevedono che venga richiesta l’eliminazione dell’immunità. Una volta caduta, la magistratura ha la possibilità di decidere autonomamente cosa fare.
La «squadra»
A quattro settimane dagli arresti di Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e dell’ex vice presidente del parlamento Eva Kaili, l’obiettivo degli investigatori è di ricostruire la «rete» di complicità che avrebbe garantito a Qatar e Marocco di influenzare le decisioni politiche del Parlamento nei confronti della scarsa protezione dei diritti umani all’interno dei due paesi.
La «rete» era gestita dalla «squadra» composta, come scrive il giudice istruttore Michel Claise, da Cozzolino (autosospesosi dal Pd), dal suo assistente Giorgi (compagno dell’arrestata ex vice presidente Eva Kaili) e da Antonio Panzeri (che quando era deputato ha preceduto Cozzolino alla guida della commissione Maghreb).
Tutti operavano all’ombra della ong Fight impunity. L’accusa sostiene anche che Panzeri usasse i soldi in contanti ricevuti dai due paesi in parte per sostenere un livello di vita molto alto, in parte per pagare i «membri della rete».
Cozzolino era anche in contatto con l’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun dal quale avrebbe ricevuto, afferma il giudice istruttore, ordini che arrivavano da Yassine Mansouri, capo del Dedg, i servizi segreti del Marocco, che avrebbe anche incontrato.
L’eurodeputato viene tirato in ballo anche per i legami della «squadra» con il ministro del lavoro del Qatar Ali Ben Samikih Al Marri. Interrogato da Claise, Panzeri ha dichiarato di non avere prove su Cozzolino, invitando però a controllare su di lui. Affermazione piuttosto vaga, ma è proprio ciò che faranno gli inquirenti se cadrà l’immunità che lo protegge. Ad esempio, potranno chiedere alla magistratura italiana di sequestrare i suoi conti correnti e i suoi beni, come è già accaduto con Panzeri e Giorgi ed altri indagati.
«Sono a completa disposizione per qualsiasi chiarimento e ho massima fiducia nella magistratura del Belgio», aveva detto l’eurodeputato campano a metà dicembre. .
Marc Tarabella il 9 dicembre, giorno degli arresti, aveva subìto la perquisizione della sua dimora alla presenza di Metsola, che era arrivata appositamente da Malta. Il suo nome ricorre in relazione al Qatar. Il 14 novembre scorso, ad esempio, quando il ministro Al Marri compare di fronte alla commissione diritti umani che deve affrontare la questione del trattamento dei lavoratori che hanno costruito gli stadi del Mondiale, Tarabella prende la parola e, a differenza di quanto aveva fatto in precedenza, difende il Qatar rivolgendosi ai colleghi: «Non ho visto questo interesse quattro anni fa, quando la Coppa del Mondo era in Russia».
«Fin dall’inizio di questo caso, Marc Tarabella ripete di essere a disposizione della giustizia e ha anche chiesto di essere ascoltato rapidamente per potersi difendere», afferma il suo legale, l’avvocato Maxim Toller, annunciando che Tarabella dirà di sì alla revoca dell’immunità.
Nuovi scenari
Se da un lato la possibilità di indagare più a fondo sui due europarlamentari potrebbe portare, in teoria, a nuovi sviluppi, dall’altro consentirà anche di consolidare gli elementi che già ci sono oppure di chiarire che non ci sono ipotesi di reato. La richiesta di revoca dell’immunità ha anche un altro risvolto, quello di escludere il coinvolgimento di altri europarlamentari di cui gli inquirenti avevano anche fatto i nomi, come gli italiani Alessandra Moretti e Brando Benifei e la italo-belga Maria Arena.
Following a request from the Belgian judicial authorities, I have launched an urgent procedure for the waiver of immunity of two Members of the European Parliament.
There will be no impunity. None.
— Roberta Metsola (@EP_President) January 2, 2023
2 gennaio 2023 (modifica il 2 gennaio 2023 | 22:37)
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