Author: Paola Di Caro
Data : 2023-01-15 06:21:34
Dominio: www.corriere.it
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Il governatore del Veneto: «Questa riforma non lascia indietro nessuno, credo che Meloni sia coerente e di parola»
«Questo governo ha l’occasione di scrivere la storia. Di completare finalmente una riforma — quella dell’autonomia — in grado di rendere un Paese bellissimo e con infinite risorse, moderno come il mondo ormai richiede. Se qualcuno avesse in mente di tirare il freno d’emergenza per fermare la storia, non avrebbe capito che il rischio non è che si avvantaggi un partito o l’altro, ma che l’Italia vada in default». È duro Luca Zaia, governatore del Veneto, che per primo ha impugnato la bandiera dell’autonomia chiedendo, insieme alla Lombardia, un referendum stravinto nel 2017, ma che finora non ha portato alla riforma.
Il ministro Calderoli ha già presentato il suo progetto all’esame del Consiglio dei ministri, ma sembra ci siano forti resistenze, anche nella stessa maggioranza.
«Se così fosse, vorrebbe dire che davvero non abbiamo capito nulla. Questa è una riforma che non lascia indietro nessuno, che non penalizza il Sud ma anzi lo chiama alla sfida della modernità, che aiuta i cittadini ad avere le istituzioni più vicine e più efficienti. Perfino i padri costituenti avevano previsto la possibilità di delegare poteri e funzioni agli enti locali, lo stesso Mattarella ne parla spesso, non può essere un tabù».
Però si dice che nella maggioranza ci sia chi preferirebbe non concentrare l’attenzione su questa riforma o almeno farla procedere assieme al presidenzialismo, anche per non dare troppi vantaggi alla Lega…
«Io questa sensazione non ce l’ho, ma lo ripeto e avverto tutti: qui ci stiamo giocando il futuro. E la possibilità di dover fare una riforma non per scelta ma per necessità, perché il Paese altrimenti esplode. Detto ciò, in questo governo tutti sono schierati per l’autonomia, non abbiamo alibi. Penso che Meloni sia coerente e di parola, come penso che il presidenzialismo vada portato avanti senza se e senza ma. Però pensare che si possa arrivare a varare assieme l’Autonomia e il presidenzialismo, è impossibile. Perché per il secondo serve una riforma costituzionale, per la prima è già prevista in Costituzione, e si sono già approvati i tempi di definizione, entro l’anno, dei Livelli essenziali di prestazione. Bisogna solo attuare quello che è previsto».
Non un problema da poco: vi accusano di voler spaccare il Paese, Tajani dice che «non va divisa l’Italia».
«Di tutto si deve ragionare, su tutto ci si deve confrontare. Il Parlamento lo farà. Ma non è vero che l’autonomia spacca il Paese. Se c’è un gap tra alcune regioni e altre, storico, non è certo colpa dell’autonomia, mai attuata. E non di sistemi a forte autonomia, perché il federalismo è centripeto, il centralismo è centrifugo: Germania, Stati Uniti, Svizzera, sono stati federali e lo dimostrano. Questa riforma è a saldo zero, è un decentramento di competenze con gli stessi soldi. Con vantaggi per i cittadini, perché al Nord come al Sud avranno più controllo sulle scelte, più vicinanza rispetto alle rispettive esigenze. È una sfida che io, fossi un governatore del Sud, non vedrei l’ora di cogliere».
Si discute molto sulla spesa storica, che potrebbe svantaggiare il Sud.
«E io dico: continuiamo a discutere perché non ci siano ingiustizie, la troviamo una soluzione. Ma se è solo un modo per fermare tutto, attenzione davvero, perché questo Paese se resta fermo va in default».
Ma è vero che il Nord più ricco parte avvantaggiato.
«Ma non ci sono regioni più ricche perché hanno avuto di più, ma perché sono state fatte scelte non sempre facili e popolari: se in Veneto non abbiamo il problema dei rifiuti è perché da tempo abbiamo deciso di fare ad altissimi livelli di efficienza la raccolta differenziata. Così per la Sanità: se l’esito delle cure del cancro al seno qui è al 95% di guarigione è perché si è deciso di dar vita alle breast unity, autonome rispetto al resto delle strutture ospedaliere, dove ogni anno un chirurgo opera 156 donne. Sono scelte. E sono a favore dei cittadini, del Nord, Centro e Sud. Quindi sì al dialogo, alla ricerca di soluzioni condivise, no a melina o blocchi. L’autonomia si deve fare. E presto».
15 gennaio 2023 (modifica il 15 gennaio 2023 | 07:21)
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