È una stima dell’energia che impiega il nostro corpo a espletare le sue funzioni vitali, ed è il punto di partenza per tante diete fai-da-te. Per perdere peso è davvero necessario ricorrere alla matematica?

Estate, il mare, il dolce far niente. O meglio, siamo noi a non fare niente: i nostri organi, per fortuna, non si prendono neanche un giorno di ferie e lavorano tutto il giorno per mantenere le nostre funzioni corporee di base. Ovviamente, tutto ciò consuma energia, che prende il nome di metabolismo basale: misuriamo questa grandezza in calorie, quelle che consumiamo quando non facciamo assolutamente niente. Questo numero ogni tanto salta fuori quando decidiamo di perdere un po’ di peso, perché, a rigor di matematica, ingerendo meno calorie di quelle che consumiamo, dovremmo dimagrire. Ma è davvero così?
L’energia per stare fermi
Respirare, mantenere la temperatura corporea adeguata, eliminare le scorie presenti nel sangue: le funzioni di base del nostro organismo sono tante, e consumano energia sotto forma di ossigeno. La stima del consumo di ossigeno in condizioni basali (cioè a digiuno e a riposo da ogni sforzo fisico e mentale), che riflette la quantità di energia necessaria al nostro corpo per mantenere le funzioni vitali, si chiama metabolismo basale, e si misura in chilocalorie. In realtà, l’unità di misura ufficiale dell’energia, secondo il Sistema internazionale delle unità di misura, è il joule, ma, quando si tratta di nutrizione, viene usata la chilocaloria, che corrisponde a 4184 joule.
Per avere un’idea del metabolismo basale di ciascuna persona, senza misurarlo direttamente attraverso strumenti specialistici, gli esperti della scienza della nutrizione hanno elaborato diverse formule, che, a partire da informazioni come età, genere, peso e altezza, sono in grado di stimare le chilocalorie consumate da un corpo a riposo. Una di queste è la formula di Mifflin- St. Jeor: basta inserire all’interno della notazione matematica il peso, l’altezza, l’età e un fattore che varia in base al sesso e si può ottenere la stima del metabolismo basale. Prima di correre alla calcolatrice, è bene sottolineare che in realtà la stima di Mifflin – St. Jeor (o delle altre formule per il calcolo del metabolismo basale) può essere anche piuttosto distante dalla realtà: oltre ai fattori menzionati, infatti, il metabolismo basale dipende da una miriade di varianti individuali anche molto complesse.
Perdere peso: questione di matematica
Delle stime del metabolismo basale, quindi, non possiamo fidarci ciecamente. Eppure, quando si cerca di perdere peso in maniera autonoma, si parte spesso da lì, perché la regola di base per il dimagrimento è che bisogna utilizzare più energia di quello che si ingerisce. Prima di tutto, però, c’è da dire che il metabolismo basale non corrisponde al reale dispendio energetico, che è più alto proprio perché, oltre a tutte le funzioni vitali, un organismo vivente mangia, impiega energie per digerire il cibo, si muove, pensa, lavora. Pur considerando il fabbisogno energetico, il metabolismo basale non ne è che una parte.
In giro, poi, si possono trovare le cosiddette diete “fai-da-te” che propongono di calcolare, ancora più a spanne, il metabolismo basale, moltiplicando il nostro peso in chilogrammi per 30 e poi, per ottenere il numero di calorie da consumare ogni giorno, sottraendo al numero ottenuto 500. Oltre al fatto che queste stime non tengono conto dei fattori individuali che determinano veramente quanta energia spende il nostro organismo, mangiare cronicamente meno del proprio metabolismo basale non è una buona idea, perché la perdita di peso non sarebbe sostenibile nel lungo termine e darebbe luogo al fastidioso effetto yo-yo.
Prendere carta e penna e applicare la matematica ai complessi meccanismi biochimici che regolano il nostro peso corporeo può essere un esercizio interessante, ma la scelta più saggia, se siamo intenzionati a perdere pe13so, è quella di discutere dell’apporto energetico con uno specialista della nutrizione. E poi, spesso, con buona pace di chi ama la matematica, troppi calcoli non servono: per sentirci un po’ più leggeri, la vera regola aurea, per quanto banale, è davvero quella di muoversi di più e mangiare un po’ meno (e meglio).
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www.wired.it
Chiara Dilucente
2021-08-13 05:00:50