AGI – Quanto guadagna un influencer in Italia? Dipende. Tanto su YouTube, molto meno su Facebook; molto per un video, meno per una foto; tantissimo se è un ‘Mega Influencer’, meno (ma non poco) se è un Nano. Per calcolare il compenso medio di un influencer sui social network occorre tenere conto di una serie di elementi, alcuni di ordine quantitativo, altri di tipo qualitativo.
Il primo ‘listino’ dedicato al mercato italiano dell’influencer marketing è stato redatto da DeRev, società di strategia e comunicazione digitale. Partendo dalla classificazione degli influencer sulla base di tre fattori analitici (numero di follower, Engagement Rate e tasso di conversione) ha ponderato i risultati finali compenetrando i dati per piattaforma e tipologia di collaborazione. Il tariffario riporta un range di compenso medio in cui un influencer oscilla a seconda della complessità del contenuto richiesto e del suo grado di autorevolezza presso il proprio pubblico.
“Abbiamo molti riferimenti per il mercato estero, soprattutto americano – ha spiegato il ceo di DeRev, Roberto Esposito -, che sono assolutamente distorti per l’Italia, e nessuno specifico per il nostro Paese. Inoltre, in Italia confondiamo ancora la figura del content creator con il vip, quando invece i social sono abitati da migliaia di influencer che non sono famosi se non presso il proprio pubblico, spesso di nicchia e molto fidelizzato”.
È in questo scenario che “si gioca una partita economica fondamentale, tanto per chi ambisce a quella che oggi è una vera e propria professione, quanto per le aziende e i brand che devono sapersi orientare per i propri investimenti in un potentissimo strumento di marketing. Questo listino è nato per questo: vuole essere una bussola per gli stakeholder, ma anche una mappa per chi ha il desiderio di saperne di più su come stiamo evolvendo e come funzionano i meccanismi che, in quanto follower e potenziali consumatori, ci vedono protagonisti”, aggiunge.
Come cambiano le richieste
Il tariffario riflette la diversità della professione sulle varie piattaforme: cambiano i compensi perché cambia il lavoro dell’influencer. È relativamente facile, infatti, riuscire ad assicurarsi una platea vasta di follower su Facebook, dove però è presente un pubblico di massa con abitudini di fruizione rapida e superficiale.
Come dire che la piattaforma di Mark Zuckerberg non è tanto adatta alle performance di chi cerca di orientare i gusti degli utenti e, infatti, qui un influencer di piccole dimensioni può portarsi a casa dai 50 ai 250 euro per post, la stessa cifra di un collega di Instagram o TikTok che però ha bisogno della metà dei follower per assicurarsela, e infinitamente meno di uno youtuber.
Più cresce la fanbase, più la forbice si allarga e gli influencer di Facebook appaiono davvero come i più “poveri”: un Mega Influencer (scalino più alto della classifica) può sperare di guadagnare massimo 5mila euro a post, ben lontani dai 25mila di YouTube o dai 15mila di Instagram e TikTok. Proprio perché è più dura crearsi il seguito, e perché realizzare video anche piuttosto articolati richiede tempo e perizia, YouTube è la piattaforma dove un influencer guadagna di più.
Instagram e TikTok risultano appaiati a mezza via. Sono canali diversi, con target e modalità di fruizione non assimilabili, ma sono piattaforme affollate di influencer di tutte le categorie, con una grande fetta di interessanti Mid-Tier e Macro Influencer. Possono guadagnare dai 50 euro a post fino a migliaia, senza contare le cifre esorbitanti delle celebrità.
Viene premiata, insomma, la capacità di farsi largo tra una concorrenza serrata e l’obbligo di affermarsi con una reputazione e dei contenuti capaci di attirare e trattenere l’attenzione. Infine, va tenuto conto che, su qualsiasi piattaforma, il costo di un post oscilla nel range di riferimento sulla base del tipo di collaborazione, ovvero se si tratti di semplici forme di Brand Ambassador e affiliazioni, o delle più complesse come Branded Content (anche Unboxing), Campagne continuative e Takeover (l’influencer gestisce direttamente i canali aziendali per un periodo di tempo predefinito).