Vent’anni fa sul nostro pianeta vivevano 6,1 miliardi di persone. Nel 2020 il conto totale è salito a 7,9 miliardi. Quasi due miliardi di individui in più che producono, viaggiano, mangiano. E consumano risorse che stanno per finire. La Giornata mondiale dell’Ambiente che si celebra il 5 giugno è l’ennesimo grido d’allarme sullo stato del Pianeta. Ma la marcia di governi, aziende e consumatori non sempre sembra coerente. Quale sarà, ad esempio, la nuova energia che muoverà il motore della Terra? Come sostituire i combustibili fossili? In molti Paesi, Italia in primis, norme antiquate e ostacoli burocratici (soprattutto delle Sovrintendenze) frenano lo sviluppo delle energie rinnovabili, e disincentivano investimenti e innovazione. Da noi niente pannelli nei centri storici (a Barcellona e a Utrecht li sperimentano sulla sede stradale), e stop a quelli in campagna. E così siamo in enorme ritardo per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030.
Stesso discorso per l’eolico, dove i tempi autorizzativi per un impianto possono arrivare anche a 5 anni. In questo modo la transizione energetica è affidata al metano. Un cerotto su una ferita grave. Perché è vero che inquina meno del carbone e del petrolio, ma è comunque un combustibile fossile, che fa la sua parte nel riempire l’atmosfera di CO2. Non è la soluzione a cui bisogna puntare, ha ricordato all’Italia e all’Europa John Kerry, inviato del presidente americano Joe Biden per il clima. La ferita andrà rimarginata in altro modo. Certo, ci vorrà coraggio. E determinazione nel proseguire sulla strada intrapresa, evitando – come accade nel mondo dell’automobile – di seminare dubbi sul passaggio all’elettrico, scelta che – ha ricordato tra gli altri l’ad di Stellantis Carlos Tavares – “è stata guidata dai governi e che oggi fa sì che la mobilità pulita sia accessibile solo agli acquirenti più abbienti”. Indirettamente ha risposto l’ad di Enel Francesco Starace: “Chi è in ritardo sullo sviluppo di una tecnologia che trasforma il proprio settore industriale tenta sempre di guadagnare tempo. È successo nell’energia, succede anche nell’automobile”. Dubbi dell’auto, spinta dell’energia elettrica. Chi vincerà?