Più si avvicina i 24 gennaio, giorno in cui il parlamento in seduta comune sarà chiamato al primo voto sul nuovo Presidente della Repubblica, più aumentano le fibrillazioni all’interno dei Cinque Stelle. La cautela del leader Giuseppe Conte nella partita per il Colle, il lavoro sottotraccia per un’intesa larga che porti a un nuovo Capo dello Stato che possa essere riconosciuto come rappresentativo da un’ampio schieramento politico, sono tutti elementi che stridono se posti a confronto con il nervosismo crescente delle truppe parlamentari.
La richiesta avanzata in occasione dell’assemblea di lunedì 3 gennaio da un’ampia maggioranza di senatori a favore di un appello del M5s per richiedere a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato al Colle è stata la dimostrazione che i gruppi 5s oramai vanno in ordine sparso, senza oramai alcun timore di contrastare la linea dei vertici. È un Vietnam che alla vigilia del voto per il Colle non promette nulla di buono, soprattutto agli occhi degli alleati, tanto da aver costretto Conte a un ultimo appello davanti ai parlamentari M5s riuniti in assemblea, martedì 4 gennaio.
Conte,5s maggioranza relativa, non sia spaccato
«Siamo il partito di maggioranza relativa e abbiamo un dovere di responsabilità e credibilità verso l’intero Paese: evitiamo di dare l’immagine di andare in ordine sparso e di un Movimento spaccato» è la “supplica” del leader pentastellato ai deputati e senatori a cui ha chiesto di lavorare «affinché vi sia un’unica posizione compatta del M5S». Conte si è detto consapevole del livello oltre la guardia delle tensioni, ha promesso condivisione, ha annunciato una nuova assemblea con all’ordine del giorno il tema dell’elezione del nuovo Capo dello Stato e ha sottolineato che già i capigruppo sono stati coinvolti nelle riunioni ristrette convocate per il Quirinale.
Non è questo il momento di fare nomi
Nel tentativo di stemperare le polemiche, l’ex presidente del Consiglio ha posto l’accento sul fatto che «ne passerà di acqua sotto i ponti da qui alle votazioni di fine mese. Non è questo il momento di fare nomi. Sarebbe prematuro, al limite questo è il momento dei profili». Insomma se di nomi ne verranno fuori tanti nei prossimi giorni, «non agitiamoci adesso: l’importante è che noi ci confronteremo e decideremo tutti insieme». Conte ha fatto infine leva sull’orgoglio dei pentastellati: «questo voto sarà ancora più importante e determinante se saremo compatti e ci ritroveremo a condividere tutti insieme la scelta che saremo chiamati a operare», ha detto.
Il dossier restrizioni Covid
Nell’incontro con deputati e senatori Cinque Stelle, Conte ha affrontato anche un’altra questione altrettanto scottante e divisiva: quella delle restrizioni per il Covid. Anche su questo il gruppo si è spaccato tra quanti sono convinti che serva l’obbligo e quanti condannano le misure. Il leader ha promesso aiuti e ristori per le imprese, anche facendo ricorso ad un nuovo scostamento di bilancio.