Secondo l’accusa, il gestore della dimora sfruttava la tossicodipendenza delle ragazze per indurle a prostituirsi. Alcune hanno riferito di essere state rinchiuse anche per 4 giorni di fila.
Una vera e propria dimora di appuntamento è stata smantellata nelle scorse ore dai carabinieri della Tenenza di Settimo Torinese al termine di una complessa indagine che ha portato alla luce un terribile giro di sfruttamento di donne e ragazze in cambio di droga.
Nelle prime ore di oggi i militari dell’arma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di quattro persone ritenute a vario titolo coinvolto nel giro di sfruttamento della prostituzione nel Torinese.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo di Criminalità Organizzata e Sicurezza Urbana, ha emesso due ordini di custodia in carcere, uno agli arresti domiciliari e un divieto di dimora.
I quattro devono rispondere a vario titolo dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
A loro i carabinieri son risaliti dopo una puntuale attività di indagine che ha avuto inizio nell’aprile dello scorso anno a seguito di una denuncia circostanziata da parte di una delle vittime.
La donna infatti aveva raccontato agli inquirenti di essersi prostituita in diverse occasioni in cambio di crack che le veniva fornito da un suo amico che risulta tra gli indagati. Le prestazioni sessuali a pagamento sarebbero avvenute sempre a dimora dell’amico, accusato di essere il gestore della dimora d’appuntamento.
Stando al racconto della donna, l’uomo si procurava la sostanza tramite diversi spacciatori suoi conoscenti, utilizzando le somme versate dai clienti. La droga spesso poi veniva consumava insieme alle ragazze.
Le indagini condotte, dai carabinieri anche con appostamenti sul luogo indicato, hanno svelato un via vai di persona dall’appartamento, che sono ora oggetto dell’indagine, la cessione di stupefacenti e la scoperta che le ragazze coinvolte erano ameno una decina.
Secondo l’accusa il gestore della dimora, finito in carcere con il principale fornitore di crack, sfruttava la tossicodipendenza di ragazze anche molto giovani per indurle a prostituirsi. Alcune ragazze hanno riferito ai carabinieri di essere state chiuse nella dimora fatiscente anche per tre 3 o 4 giorni di fila, senza nemmeno la possibilità di lavarsi e di essere uscite solo pagando.
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di Antonio Palma
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2022-10-11 11:47:14 ,