Mantello rosso, parruccone in testa, gorgiera al collo, croce sul cuore: Mario Draghi diventa Luigi XIV sulla copertina del nuovo numero dell’Espresso. Dopo cento giorni di governo, mentre vara il piano di riforme chiesto dall’Europa tra ministri che litigano su tutto, l’ex banchiere approdato a Palazzo Chigi mostra quasi una statura da re. Non è il Re Sole, però: è Re Covery.
Susanna Turco firma un bilancio dei primi tre mesi del nuovo governo mentre Marco Damilano dedica il suo editoriale al patto segreto tra i partiti che rischia di ingessare per anni la politica italiana: allontanare le elezioni il più possibile, tenendo Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale.
I rappresentanti degli italiani però sembrano interessati più che altro a fare affari: Antonio Fraschilla e Carlo Tecce hanno scovato quasi duecento deputati e senatori che accostano allo stipendio da parlamentare i proventi di incarichi privati. Mauro Biani riassume il problema in tre vignette, mentre Vittorio Malagutti analizza il caso della Psc, porto sicuro per ex boiardi di Stato. E Gianfrancesco Turano ricostruisce la travolgente fortuna italiana del moravo Radovan Vitek, tra calcio e cemento.
I contagi calano e l’Italia riapre: Simone Donati è tornato a fotografare oggi, a saracinesche alzate, i negozi di Firenze che aveva mostrato mentre erano chiusi per il lockdown, e Gloria Riva esamina rischi e prospettive della ripartenza. Intanto però i nove morti nella rivolta del carcere di Modena provocata dalle restrizioni anti-pandemia chiedono ancora giustizia, come racconta Pierfrancesco Albanese. E dal passato riemergono due personaggi misteriosi legati alle stragi di mafia, l’ex poliziotto Giovanni Aiello detto “Faccia da mostro” e la donna che lo accompagnava agli incontri con i boss, come racconta Lirio Abbate anticipando in esclusiva il suo nuovo libro.
Dal mondo, un reportage di Francesca Mannocchi con foto di Alessio Romenzi mostra il campo profughi che rinchiude le famiglie sospettate di aver appoggiato lo Stato Islamico, private di ogni diritto nel nuovo Iraq. Dagli Usa, Davide Mamone racconta l’odissea di genitori e bambini sudamericani bloccati sul confine con il Messico, mentre Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni intervistano l’avvocata Goldfinch, che difende i diritti dei migranti. E Bernardo Valli presenta con entusiasmo Annalena Barboeck, la candidata verde che potrebbe prendere il posto di Angela Merkel.
Altan satireggia sull’immunità di gregge dei lupi e degli agnelli, Makkox sulla guerra al coprifuoco, Michele Serra racconta la strategia della Lega: riaperture libere purché con aperitivo. E mentre Paolo Aquilanti rispolvera un discorso profetico di Enrico Berlinguer su progresso e disuguaglianze, Evelina Santangelo invita a meditare sulla parola della settimana: “maipiù”.
E l’Espresso chiude con una rassegna di Piero Melati sui narratori affascinati da pianeti e stelle, un canone della nuova musica italiana firmato da Gino Castaldo e un testo di Helena Janeczek sul fascino dei falsari, insostituibili protagonisti del mondo dell’arte. Tommaso Giangi racconta i mòcheni, eredi dei coloni bavaresi rimasti in Trentino, e Maurizio Fiorino ci riporta ai tempi dei “balli delle pazze”: due libri e molte testimonianze fanno rivivere le feste che aprivano i manicomi all’alta borghesia, tra curiosità morbosa e tentativi di cura.