L’applicazione Web 3.0 sarà un sito immersivo, fruibile da pc e da mobile, in presenza e a distanza. Questo permetterà anche un approccio diverso della didattica che potrà prima partire dalla realtà virtuale, con lo studio interattivo del caso da remoto, per poi approdare successivamente alla lezione “classica”: “Oltre a questa simulazione interattiva con contributi multimediali, insieme a piccoli gruppi lavoriamo anche nella nostra aula tribunale, ovvero uno spazio fisico allestito nell’Università, che trasforma gli studenti in protagonisti – spiega Loredana Garlati, docente del dipartimento di Giurisprudenza della Bicocca –. L’atteggiamento dei ragazzi cambia quando entrano in quello spazio perché dà loro l’idea di cosa sia un processo. Dopo averlo studiato precedentemente lo discutono e affrontano le problematiche in aula, rendendo il tutto una sorta di laboratorio sperimentale, un momento di interazione e riflessione”.
La ricostruzione, virtuale e interattiva, sarà disponibile in italiano e inglese, e la simulazione 3D dei tribunali consentirà di ricostruire il contesto storico e giuridico grazie a contenuti multimediali, video e interviste, oltre all’accesso a documenti che sono stati tradotti dall’arabo e dal serbo, rendendo così fruibili quelli originali. Sarà possibile scoprire anche i principi e i diritti fondamentali propri di ogni ordinamento giuridico.
“Ogni lezione che si basa su questo progetto sarà diversa: questi processi infatti non sono arrivati a una soluzione univoca o a una conclusione – precisa la docente – quindi gli studenti che avranno a disposizione il materiale processuale potranno riflettere sulle possibili conclusioni, operando un gioco di ruolo, diventando quei giudici oppure sintetizzando delle sentenze che sono tra loro contraddittorie, riflettendo anche sui valori dei crimini di guerra e i tribunale internazionali, che richiama molto quello che sta avvenendo adesso con la guerra russo-ucraina, oppure sul valore della libertà di espressione, quale sia l’estremo della difesa, operando una comparazione tra la realtà italiana e quella ad esempio statunitense. Ogni volta si darà un’impronta diversa al processo stesso, in base alla classe o al gruppo di studenti coinvolto. Il docente qui diventerà un vero e proprio regista per una didattica sempre più orizzontale e coinvolgente”.
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di Simona Buscaglia www.wired.it 2023-05-23 04:50:00 ,