DeRev ha identificato alcune caratteristiche che accomunano questi account: sono stati creati negli ultimi 12-24 mesi; hanno l’icona della bandiera italiana nel nickname; diffondono post a sostegno del presidente russo Vladimir Putin, del candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, e hanno una marcata vena nazista e fascista, diffondendo parole e frasi di Adolf Hitler e Benito Mussolini. Inoltre, elogiano i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, condannati in primo grado per l’omicidio nel 2020 di Willy Monteiro, ucciso in un pestaggio a Colleferro, sentenza contro cui è stata fatta richiesta di appello per ottenere le attenuanti, rigettate tuttavia dalla Cassazione che ha accolto il ricorso della Procura. E alcuni profili addirittura diffondo una teoria del complotto sull’omicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa ammazzata nel 2023 dall’ex promesso sposo reo confesso, Filippo Turetta, ora a processo. Secondo la fake news diffusa da questi bot, Turetta non esisterebbe.
Cosa dicono i numeri
Anche chi scrive si è trovato al centro di un attacco social su X per aver espresso pubblico sostegno alla campagna per il referendum e aver dichiarato di aver sottoscritto la raccolta firme. Nonostante negli ultimi tempi X non premi i contenuti giornalisti, questo post è finito al centro di una ridda di insulti, minacce e offese, spesso da profili falsi con bandierine, croci e altri simboli che rimandano ad ambienti di destra. Come l’icona della rana, che richiama Pepe the frog, un meme nato da un personaggio dei fumetti che negli anni è stato inglobato nei simboli della comunicazione dei suprematisti bianchi, come dichiarato dalla Anti-defamation league, una organizzazione internazionale contro l’odio. Siccome sulle altre piattaforme non si è verificato nessun incidente simile, questi attacchi sono stati lo stimolo per chiedere a DeRev un’analisi di più largo spettro.
Gli analisi concludono due cose. Primo: “Il movimento di contrasto al referendum non esiste davvero o comunque ha percentuali irrisorie – dicono -. Si tratta di ondate di fake con una regia unica”. Secondo: “Trovano terreno fertile principalmente su X, dove la piattaforma non fa nulla per contrastare, non verifica o elimina i fake e non modera in alcun modo fake news, minacce, insulti e offese”. Su Wired abbiamo dato conto di come sia stata smantellata la struttura di moderazione della piattaforma dopo l’arrivo del nuovo proprietario, Elon Musk, con numeri irrisori di moderatori. Per l’italiano ce ne sono solo due, tanto che la Commissione europea ha avviato una indagine a carico del social network nell’ambito del Digital services act, il regolamento sulle piattaforme online.
L’episodio è anche esemplare sotto un altro aspetto. Mentre il referendum taglia il traguardo delle 600mila firme, spinto da una i più silenziosa ma attiva, che beneficia degli strumenti digitali per far sentire la propria voce attraverso le forme che la Costituzione riconosce (ora la proposta dovrà passare l’iter formale in Cassazione e Corte costituzionale per la validazione di firme e quesito, prima che si possa indire un referendum), un piccolo gruppo cercava di ribaltare la narrazione online sfruttando un trend topic. Segno di quanto basti poco per cambiare la percezione di un fenomeno. E di quanto i social possono manipolare il modo in cui guardiamo il mondo.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2024-09-26 05:00:00 ,